Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, attraverso il coordinamento Agrinsieme, hanno presentato in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera nel corso dell’audizione sul testo del provvedimento dedicato ai ristori dei danni al settore primario la richiesta sia sull’ estensione della sospensione rate mutui fino al 31 dicembre 2023 che sull’azzeramento per tutto il 2023 dei contributi (Inps e bollette) per le aziende agricole colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. “Con il DDL di conversione bisogna avviare un percorso che guardi a lungo termine per salvaguardare la produttività delle aziende e dell’economia dei territori. Sono vari i fondi a cui poter attingere per recuperare risorse. Per primi i Fondi di Coesione non ancora impegnati. Mentre, il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) avrebbe bisogno di un processo di revisione che lo adegui al nuovo contesto climatico”, si legge in una nota. Al riguardo, per Agrinsieme sarebbe opportuno “creare una misura ad hoc come già successo per il Covid. Stesso aggiornamento è necessario – è spiegato ancora nella nota – per le regole di gestione e controllo del Piano Strategico Nazionale (PSN). Infine, risulta necessaria la disponibilità del Fondo di emergenza dell’Unione europea per il cui accesso, è necessario ricordare, la procedura deve essere attivata entro le dodici settimane dall’evento climatico eccezionale”. Nel corso dell’audizione, il Coordinamento ha presentato richieste di modifica puntuali come quelle relative alle diverse proroghe delle sospensioni dei termini dei versamenti tributari e contributivi previsti. “Semplificare – si legge ancora – è la parola d’ordine anche per l’accesso agli indennizzi che bisogna portare fino al 100% del danno e a favore di tutte le imprese colpite dall’alluvione per danni strutturali e mancato reddito”. “In Emilia-Romagna bisogna intervenire presto e bene. Fin dalle prime ore del 16 maggio, è stato evidente che alluvioni e fenomeni franosi avrebbero stravolto la morfologia del suolo, devastando il 42% della superficie agricola, per oltre 1,5 miliardi di danni. Dai calcoli di oggi non sono incluse le conseguenze delle perdite di produttività futura per moria delle piante e animali, per le superficie agricole compromesse dalle frane, dai danni ai mezzi e alle strutture. Le principali emergenze individuate sono i terreni completamente sradicati e franati, i siti alluvionati, l’asfissia che l’alluvione ha determinato nei vigneti e nei frutteti, gli allevamenti allagati, i danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie, le rotture degli impianti di irrigazione, i danni idrogeologici e spondali”, è spiegato nella nota.