venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Studenti universitari più bravi ma retribuzioni sempre basse

Il 21° secolo ha portato significativi cambiamenti nel panorama universitario italiano. Secondo il XXV Rapporto AlmaLaurea su Profilo e Condizione Occupazionale dei Laureati, l’età media è in diminuzione, attestandosi a 25,6 anni, un dato che riflette un trend positivo indicando una maggiore tempestività nel completamento degli studi universitari. Inoltre, si osserva un incremento dei voti medi conseguiti dagli studenti, con una media di 104/110, ovvero mezzo punto in più rispetto al 2021. Sebbene questi dati siano promettenti, bisogna notare che le retribuzioni dei laureati continuano a essere colpite dall’inflazione, non rispecchiando appieno i segnali positivi registrati.

Uno dei fenomeni che persiste nel panorama universitario italiano è la tendenza degli studenti a lasciare il Sud del Paese per trasferirsi al Nord. Il rapporto evidenzia che il 28,6% lascia il Mezzogiorno, con un aumento di oltre 20 punti percentuali rispetto al passato, un fenomeno che porta a un impoverimento della parte meridionale dell’Italia e pone l’accento sulle disparità regionali esistenti. Lo studio rileva anche che i giovani laureati sono insoddisfatti dei servizi del diritto allo studio, in particolare per quanto riguarda l’alloggio e il costo degli affitti. Nonostante alcuni servizi siano stati utilizzati almeno una volta, come le borse di studio (26,1%) e la ristorazione (28,1%), la soddisfazione rimane bassa. E la pandemia ha limitato ulteriormente le esperienze di studio all’estero e l’accesso a strutture universitarie come le postazioni informatiche, i laboratori, le biblioteche e le sale studio.

Anche le aspettative e le volontà dei neolaureati riguardo al lavoro stanno subendo una trasformazione significativa: l’autonomia e la flessibilità assumono un’importanza sempre maggiore e, per il 66% dei laureati del 2022, la stabilità del posto di lavoro è una priorità più importante delle possibilità di carriera e guadagno. Gli aspetti considerati più rilevanti sono l’occupazione del loro futuro, l’acquisizione di professionalità (78,1%), la stabilità del posto di lavoro (71,7%), le opportunità di carriera (70,4%), il guadagno (68,3%) e l’indipendenza o l’autonomia (63,1%).

AlmaLaurea fornisce anche dati sull’occupazione e le retribuzioni. A un anno dalla laurea, il 75,4% dei laureati triennali e il 77,1% dei laureati magistrali hanno un posto di lavoro. Queste percentuali aumentano ancora di più a cinque anni di distanza, raggiungendo il 92,1% per i triennali e l’88,7% per i magistrali. Tuttavia, le paghe medie mensili nette sono diminuite in termini reali e nell’ultimo anno, si è registrato un calo del 4,1% per i laureati di primo livello e del 5,1% per quelli di secondo livello, evidenziando il solito divario retributivo tra Nord e Sud, con i lavoratori del Nord che percepiscono in media 101 euro netti in più rispetto a quelli del Sud.

Infine, le esperienze maturate durante gli anni universitari risultano rilevanti per l’ingresso nel mondo del lavoro. I soggiorni di studio all’estero riconosciuti dal corso di laurea aumentano del 12,3% le probabilità di trovare lavoro, a parità di condizioni. Tali esperienze sono state svolte dall’8,3% dei laureati del 2022, con un’alta soddisfazione del 95%. Inoltre, i tirocini curriculari, svolti dal 59,4% dei laureati del 2022 (in aumento rispetto all’anno precedente), offrono il 4,3% in più di probabilità di ottenere un’occupazione entro un anno dal conseguimento del titolo.

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