lunedì, 25 Novembre, 2024
Economia

Tassi alle stelle. Allarme sui prestiti. Mutui su del 65%,Imprese in affanno

Fabi: erogati 251,2 miliardi per credito al consumo e prestiti personali

Tra le prime voci che hanno lanciao l’allarme ci sno quelle delle Associazioni di categoria delle piccole imprese che hanno bollato gli aumenti dei tassi di interesse come “inutili e dannosi”. Una pericolosa
tagliola” che espone famiglie e e piccole attività alla povertà e chiusura. A dar man forte a queste osservazioni, con dati e proiezioni è la Federazioni autonoma bancari italiani. “Le rate dei nuovi mutui a
tasso fisso sono destinate a raddoppiare entro la fine del 2023”, sottolinea la Fabi in uno studio, “mentre per chi sceglie il variabile si prevede un incremento compreso tra il 55 e il 65%”. Gli italiani inoltre sono sempre più indebitati con mutui e altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e prestiti personali per 251 miliardi.

Caro mutui l’impennata

La Federazione dei bancari non fa mistero come il caro-mutui sia diventato un problema serio per quelle fasce di popolazione e di attività che hanno bisogno di affidarsi alle banche. In primo luogo il
nuovo rialzo dei tassi di interesse appena deciso dalla Bce, innescherà una impennata sulle rate a carico di chi ha comprato una casa con un tasso variabile. Le coppie che hanno in progetto di acquistare una
abitazione avranno la brutta sorpresa di constatare come i tassi sono cresciuti in pochi mesi in maniera esponenziale.

Gli esempi da incubo

La Fabi illustra numeri e problemi. Il primo esempio: chi ha ottenuto per acquisto di una casa un prestito di 200 mila euro da restituire in 25 anni, la rata mensile si attesterà in media intorno ai 1.300 euro.
Esempio che tra poco diverrà realtà. Ossia un incubo per chi vive con risorse finanziarie limitare. Un secondo esempio per comprendere l’evoluzione dei tassi: attualmente il variabile per i nuovi contraenti
si avvicina al 5%; mentre, a fine 2021 il tasso applicato era molto più basso, inferiore all’1%.
Fisso e variabile, il problema Da annotare inoltre come si siano create delle differenze notevoli tra clienti di banca. Chi ha puntato sul tasso fisso può stare tranquilli, le rate non subiranno variazioni; la vera
insostenibile batosta arriva in testa a chi ha scelto il tasso variabile. Gli aumenti sono già arrivati a punte del 70%. Entrando nella dimensione delle rate, chi pagava 500 euro al mese fino a qualche tempo
fa, oggi ne paga 850. Nella proiezione della Fabi questa la situazione per chi ha scelto un mutuo a tasso fisso. Se il prestito era da 200.000 euro di 25 anni (il tasso medio applicato dalle banche potrebbe essere
superiore al 6%), la rata mensile sarà di 1.304 euro; per un prestito da 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,3%, la rata mensile sarà, invece, di 609 euro.

Italiani persi tra mutui e prestiti

Le considerazioni della Federazione dei bancari si spingono a mettere in evidenza la situazione complessiva. Lo studio illustra a quanto ammontano i mutui per l’acquisto della casa. A fine marzo 2023, il
valore dei mutui era di 425,5 miliardi di euro, in crescita di circa 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,4%), puntualizza la Fabi nel dossier. Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo sono circa 3,5 milioni, su un totale di 6,8 milioni di cittadini, che tra l’altro risultano anche indebitati con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali. Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 251,2 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse. Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine
del 2021-inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso.

Le prospettive peggiori

“Ed è molto probabile che, alla luce della decisione della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano salire ancora”, sottolinea il sindacato. I nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse
medio di circa 1,8% anche oltre il 5% con le rate mensili che, pertanto, possono o potranno risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate.
La Bce non si ferma La presidente della Bce, Christine Lagarde è pronta nella sua sfida all’inflazione anche a decidere nuovi aumenti per luglio. “Sui rialzi dei tassi, abbiamo finito? No, non siamo ancora a destinazione”, osserva. Per la Banca europea, “le prospettive economiche restano altamente incerte”. Per la Bce l’economia è sotto l’effetto della guerra tra Russia e Ucraina e dell’aumento delle tensioni geopolitiche, “l’inflazione ha iniziato a scendere ma rimane troppo elevata troppo a lungo”, osserva Christine Lagarde, “E’ molto probabile che continueremo ad alzare i tassi di interesse a luglio”, tuttavia può esserci uno spiraglio diverso, “a meno che non ci sia un cambiamento concreto del nostro scenario”.

Dalla Bce scelte dannose

A sottolineare le crescenti difficoltà delle imprese è la Confederazione nazionale degli artigiani. “La Cna è pesantemente preoccupata per l’incomprensibile decisione adottata dalla Banca centrale europea di
elevare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale”, sottolinea la Confederazione, “tanto più è grave questa decisione in quanto la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha già annunciato un possibile rialzo ulteriore a luglio”. Secondo le valutazioni degli artigiani della Cna le scelte della Banca europea complicheranno di molto il tentativo dell’economia dei Paesi ad uscire dalla recessione. “La scelta della Bce risulta ancor meno comprensibile”, sottolinea la Cna, “tenuto conto che diversi Paesi europei sono finiti in recessione e di certo la stretta monetaria non li aiuterà a uscirne, anzi ne condurrà altri alla crescita negativa”.

Danni gravi all’economia Per gli artigiani i prossimi mesi saranno estremamente duri. “In Italia la decisione è destinata a danneggiare gravemente famiglie e imprese, soprattutto artigiane, micro e piccole”, conclude la Cna, “che per finanziarsi ricorrono soprattutto al credito bancario. Di conseguenza, la crescita dei tassi si ripercuote automaticamente sulla loro situazione finanziaria e può addirittura mettere a rischio la sopravvivenza delle più fragili”.

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