martedì, 1 Aprile, 2025
Agroalimentare

Coldiretti: 25 milioni di italiani comprano cibo da15mila contadini

C’è la volontà sicuramente di avvicinarsi ai cibi salutari, ma anche di recuperare quel contatto diretto con il mondo rurale che negli ultimi anni si era perso. Ecco i due fattori che hanno portato ben 25 milioni di italiani ad acquistare alimenti direttamente dai contadini. Un numero davvero impressionante quello stilato dalla Coldiretti nel corso della sua analisi diffusa in occasione della ‘Giornata mondiale della gastronomia sostenibile’ promossa dalle Nazioni Unite per mettere al centro l’importanza di un’alimentazione che rispetti l’ambiente e che si avvalga di ingredienti biologici a chilometro zero, quella cioè senza sprechi. Da non sottovalutare il fatto che in questi mercatini c’è anche la possibilità di trovare specialità del passato a rischio di estinzione e che sono state salvate grazie alla basilare azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita.

Business importante

Dal punto di vista economico si tratta certamente di un business importante per il BelPaese che difatti ha un primato europeo: quello di avere la più estesa rete organizzata di mercati contadini. Snocciolando i numeri, si scopre che sono 15mila gli agricoltori impegnati in circa 1.200 cosiddetti farmers market (che altro non sarebbero che i mercati contadini), per un fatturato della filiera corta con vendita diretta che raggiunge i 6 miliardi di euro all’anno. Sono cifre più che consistenti che fanno intendere non solo il forte impatto economico, ma anche quello occupazionale e ambientale.

Una risposta all’inquinamento

Andando avanti nel rapporto della Coldiretti (su dati Censis) si scopre di come la vendita diretta di cibo a km zero, dal produttore al consumatore, tagli anche del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. Ma non solo, perché questo tipo di mercato garantisce un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici che provocano danni e vittime in tutto il mondo. Il motivo è facile da capire: la mancanza dell’industria e tutto che ne comporta dal punto di vista dell’alterazione dell’ambiente. Ecco un esempio facile facile portato a mo’ di esempio dalla Coldiretti: un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 chili di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto aereo. Chiaro è a questo punto che l’acquisto di ciliegie e mirtilli su un mercatino italiano non comporti nulla di tutto ciò, senza alcun impatto ambientale. Per Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, il successo dei farmers market va ricercata nella legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura e che “abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale”.
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