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ELLY SCHLEIN SEGRETARIA PD, GIUSEPPE CONTE M5S

Insieme alla manifestazione M5S. Schlein tende la mano al riluttante Conte

domenica, 18 Giugno 2023
1 minuto di lettura

Giuseppe Conte ricambierà il bel gesto di Schlein e andrà alle manifestazioni del Pd? Chissà. Da domani partirà la mobilitazione del partito del Nazareno su un’agenda di cui ancora non si conoscono i dettagli. Immaginiamo che Schlein punti a portare spesso in piazza i militanti Pd e ad andare abitualmente nelle fabbriche, nelle periferie, nei luoghi del disagio sociale, avanzando proposte concrete contro quelle del Governo. La segretaria si aspetta che Conte sia al suo fianco a dimostrare l’unità dei due partiti su temi specifici. Sarà l’occasione per vedere se e in che modo nascerà una politica comune di Pd e 5S in contrapposizione a quella di Meloni. Finora ognuno è andato per la sua strada e il M5S è stato più veloce nel proporre un elenco di temi su cui ha già messo le sue bandierine. Schlein dovrà faticare non poco per essere originale rispetto alle proposte del M5s e dimostrare che il Pd non si accoda alle scelte di Conte.

L’avvocato finora è stato piuttosto freddo e sospettoso nei confronti di Schlein: non vuole concorrenti nel suo orticello massimalista e preferirebbe che il Pd  si spostasse su posizioni moderate lasciandogli così campo libero.

La segretaria ha risposto alla riluttanza di Conte con buona diplomazia, senza irritarlo, tendendogli in più occasioni la mano ma facendogli capire che non gli regalerà il monopolio di un’opposizione pregiudiziale e oltranzista.

Il rischio per entrambi è che nel tentativo di cannibalizzarsi reciprocamente si avvitino in una spirale crescente  di proclami demagogici che renderebbe la loro opposizione non solo inutile ma anche poco convincente soprattutto per larga parte di quel 40% di elettori che non sono andati a votare. Di slogan ad effetto quei cittadini ne avevano già sentiti tanti per almeno un decennio ma, alla prova dei fatti, i risultati sono stati piuttosto scadenti.  Da qui la delusione e il rifiuto del voto. Conte ha comunque un vantaggio su Schlein: il Movimento è unito nel voler tornare ad essere, in forma meno sguaiata, quello che Grillo aveva creato dal nulla. Schlein, invece, deve tenere unito un partito che tende ad accentuare le differenze e in cui c’è un’anima riformista che scalpita da tempo. Questa componete non aveva seguito né Renzi né Calenda aspettando tempi migliori, ma starebbe stretto in un Pd parolaio e che poco o nulla si distingue da Conte.

Schlein dovrebbe essere talmente abile da  mettere in ombra Conte nelle piazze ed  esibire un profilo più credibile e concreto nelle istituzioni.

Ne sarà capace?

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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