domenica, 8 Settembre, 2024
Manica Larga

Netflix non sarà più la stessa. Ma lo è mai stata?

Nel suo libro Non funzionerà mai, il co-fondatore di Netflix Marc Randolph racconta di quando partecipò a un incontro con i vertici di Blockbuster insieme a Reed Hastings, l’altro co-fondatore della piattaforma di streaming, e all’allora direttore finanziario, Barry McCarthy.

 I mocassini di John

Netflix era nei guai. Il crollo delle dot-com aveva infatti gettato ombre pesanti sul suo futuro. Peraltro, solo due anni prima quando le prospettive erano rosee, i due co-fondatori avevano rifiutato l’offerta di essere acquisiti da Amazon. A quel punto Blockcbuster era tutto quello in cui potevano sperare per avere una chance.

Ma le cose, come noto, andarono diversamente. L’allora CEO di Blockbuster, John Antioco, che per l’occasione indossava un paio di mocassini “più costosi della mia macchina” scrive Randolph, neanche prese in considerazione l’ipotesi di comperare un servizio di noleggio DVD via posta per 50 milioni di dollari. “John Antioco stava lottando per non ridere”, ricorda Randolph.

Il resto è storia. L’ultimo negozio Blockbuster ha chiuso nel 2014. Anzi, uno shop resta ancora in vita a Bend, Oregon, e si autodefinisce luogo di culto per celebrare i vecchi tempi delle VHS. Netflix oggi conta oltre 230 milioni di abbonati in 190 paesi.

Reinvenzione continua

Quel giorno Randolph e Hastings fecero propria una lezione che Antioco, vittima della sua stessa arroganza perse tra le dita: nel mondo del business niente è per sempre. Perciò sapersi adattare a un mondo che cambia è la chiave per farcela.

Nel suo ultimo libro, L’unica regola è che non ci sono regole: Netflix e la cultura della reinvenzione, scritto a quattro mani con Erin Meyer, professoressa di management all’Insead, Reed Hastings racconta di come la cultura della continua reinvenzione sia il cuore pulsante dell’azienda. Che, negli ultimi tempi, complice una pandemia e nuove instabilità economiche, aveva vissuto una brutta battuta d’arresto.

Nel segno di questo perpetuo movimento, a inizio settimana il Wall Street Journal ha fatto trapelare un nuovo cambiamento all’orizzonte. In quella che somiglia a una fuga di notizie per tastare il terreno, il quotidiano ha riportato la volontà dei vertici aziendali di Netflix di diversificare il proprio modello di business introducendo nella propria offerta la diretta di eventi sportivi, grande raccoglitore pubblicitario per definizione.

Funzionerà?

I grandi streamer e competitor di Netflix, come Hulu e Amazon Prime, hanno già stretto accordi con i grandi nomi dello sport per espandere la propria base di abbonati e aumentare le vendite pubblicitarie. Resta però da vedere se la proposta farà felice l’attuale platea di Netflix, che non sembra essere un target in linea. Infatti, uno tra i tanti, significativo è il commento di un azionista nonché lettore del Daily Mail: “Il titolo sta andando alla grande… per favore, non rovinate tutto”.

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