sabato, 23 Novembre, 2024
Regioni

Bankitalia, nel Lazio nel 2022 l’attività economica è cresciuta del 3,7%

ROMA (ITALPRESS) – Il direttore della Sede di Roma della Banca d'Italia Antonio Cinque ha presentato questa mattina insieme a Massimiliano Bolis ed Elena Romito, responsabili della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale, il Rapporto annuale sull'economia della Regione Lazio. "Lo scorso anno – ha spiegato Cinque – l'attività della Regione è stata abbastanza effervescente, ha continuato a crescere, sebbene in misura inferiore rispetto al precedente anno. Abbiamo rilevato il 3,7%, nel 2021 eravamo oltre il 6%. Abbiamo, però, ripreso i livelli prepandemici. Questo è un aspetto positivo. Dobbiamo inquadrare l'andamento della Regione in un contesto più ampio, in una situazione nazionale e internazionale condizionata da una serie di incertezze geopolitiche, come la guerra in Ucraina e altri eventi, e l'andamento dell'inflazione che sta interessando tutte le principali economie", ha spiegato all'inizio del proprio discorso introduttivo. Ciò che è emerso dalla ricerca riguardo al quadro macroeconomico è che nel 2022, sulla base dell'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, l'attività economica del Lazio è cresciuta del 3,7%, in linea con la media italiana. Dopo l'aumento sostenuto registrato nel primo semestre dell'anno, l'espansione dell'attività è proseguita a ritmi più contenuti. I livelli di attività hanno superato di un punto percentuale quelli precedenti la pandemia. Le prospettive economiche per l'anno in corso risentono ancora del forte aumento dei prezzi determinato dal rincaro delle materie prime e degli effetti prospettici sulla domanda aggregata del ciclo restrittivo della politica monetaria. Nel 2022, riguardo ai settori e alle imprese, l'attività economica ha continuato ad espandersi, soprattutto nei comparti delle costruzioni, sostenute dagli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, e dei servizi, sospinti dall'ulteriore incremento dei flussi di turisti, in particolare di visitatori stranieri. L'espansione ha mostrato un lieve rallentamento nell'industria in senso stretto, vi ha inciso anche il rialzo dei prezzi e dei tassi di interesse. Sono aumentate le esportazioni, in particolare quelle dei servizi, ma meno che in Italia. Cinque, entrando nel dettaglio, ha posto l'attenzione sull'economia italiana che "ha mostrato una notevole capacità di reazione. Le previsioni per il 2023 sono di un aumento del prodotto molto limitato. La Regione ha reagito bene alle difficoltà e i settori trainanti sono stati i settori delle costruzioni e dei servizi, il primo grazie agli incentivi fiscali dello scorso anno e il secondo grazie ai flussi turistici. I flussi turistici stanno andando molto bene e nel primo trimestre dell'anno hanno superato i dati del 2019. Per quanto riguarda le prospettive dell'anno in corso anche la nostra Regione risentirà dei problemi generali che stanno interessando tutte le economie". I risultati dell'indagine statistica della Banca d'Italia indicano un aumento degli investimenti nell'industria in senso stretto e un indebolimento della spesa per accumulazione nei servizi. Nel complesso la dinamica è stata lievemente peggiore della media del Paese. La crescita del 2022 si è riflessa positivamente sulla redditività delle imprese dei servizi; per le imprese della manifattura, i forti rincari delle materie prime e dei beni energetici sono stati in parte compensati dall'incremento dei prezzi di vendita, preservando la capacità di rimborso dei debiti. Dopo i primi mesi del 2022 i finanziamenti alle imprese hanno progressivamente rallentato la loro crescita, fino a ridursi alla fine dell'anno. La dinamica ha risentito dei rialzi dei tassi di interesse della BCE, del marcato calo della domanda di prestiti e di un lieve irrigidimento dei criteri di offerta delle banche. L'occupazione in regione è cresciuta, in misura analoga alla media italiana, recuperando quasi completamente i livelli precedenti l'emergenza pandemica. Il tasso di occupazione è aumentato, quello femminile più di quello maschile; la crescita ha riguardato tutte le fasce di età, tranne quella più avanzata, e tutti i livelli d'istruzione. All'aumento occupazionale hanno contribuito i servizi e le costruzioni. Si stima che queste ultime negli anni a venire possano continuare a trarre sostegno dagli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L'occupazione dipendente, soprattutto quella a tempo indeterminato, si è ampliata, mentre quella autonoma si è ulteriormente ridotta. La Cassa integrazione è risultata in forte calo in tutti i settori. L'offerta di lavoro è rimasta stabile; il tasso di attività è leggermente aumentato per il calo della popolazione in età da lavoro. L'aumento occupazionale si è tradotto in una diminuzione del tasso di disoccupazione e sembrerebbe aver riguardato anche i disoccupati con minori probabilità di trovare un impiego. Il miglioramento del mercato del lavoro si è riflesso positivamente sul reddito disponibile delle famiglie, ma il potere d'acquisto è stato eroso dal rialzo dei prezzi. I consumi sono cresciuti in termini reali, anche se non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemia. L'inflazione ha colpito di più le famiglie meno abbienti, in quanto sul loro paniere di spesa incidono maggiormente le voci essenziali (alimentari e utenze) che hanno subito i rincari più elevati. I finanziamenti alle famiglie hanno continuato a crescere, in misura inferiore rispetto all'anno precedente; vi ha contribuito l'indebolimento della dinamica dei mutui nella seconda parte dell'anno. Guardando poi al mercato del credito nel complesso del 2022 i prestiti alla clientela regionale hanno rallentato, dopo il marcato aumento che aveva caratterizzato i primi mesi dell'anno, per effetto della riduzione dei prestiti alle imprese. Il tasso di deterioramento del credito ha continuato a registrare valori contenuti nel confronto storico, diminuendo lievemente sia per le famiglie sia per le imprese; anche la quota di finanziamenti che dal momento dell'erogazione hanno mostrato un incremento del rischio di credito (sul totale dei prestiti in bonis) è diminuita. I depositi bancari di famiglie e imprese hanno rallentato, soprattutto per effetto della marcata riduzione delle consistenze nei conti correnti delle imprese. La spesa corrente degli enti territoriali del Lazio, nel 2022, è aumentata, in misura più contenuta rispetto alle altre Regioni a statuto ordinario (RSO); vi hanno influito le spese per l'acquisto di beni e servizi, in particolare quelle effettuate dalla Regione e dalle Aziende sanitarie. Gli investimenti fissi lordi sono sensibilmente diminuiti, per effetto della riduzione delle spese realizzate dai Comuni. In chiave ottimistica Cinque ha concluso guardando al PNRR. "Anche la nostra Regione si avvantaggerà negli anni futuri di ingenti disponibilità di risorse che vengono sia dal PNRR sia dal Piano Nazionale per gli Investimenti. Parliamo di flussi nell'ordine dei 10 miliardi che interesseranno la nostra Regione. Un altro aspetto che fa ben sperare sono i grandi eventi che sono previsti nella Regione Lazio, nel 2025 il Giubileo e speriamo l'Expo 2030. Sono opportunità importanti. Speriamo di saperle utilizzare e sfruttare oppurtunamente". E proprio nell'ambito del PNRR e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), agli enti territoriali del Lazio, il Rapporto afferma che è stato finora assegnato il 9% delle risorse complessive nazionali. Nel periodo che va da gennaio 2021 a aprile 2023 le Amministrazioni locali hanno bandito gare o stipulato contratti relativi al PNRR per oltre un quarto degli importi complessivi che dovranno porre a gara. Rispetto a quest'ultimo aspetto, da quanto è emerso durante la presentazione del Rapporto, i Comuni laziali sono al di sotto della media dei Comuni Italiani e questo pone l'accento sul ritardo nell'effettuazione delle gare, in particolare con uno sguardo a Roma Capitale. Bolis ha specificato che l'attività della città è rivolta "all'istruzione e alla Ricerca, perché Roma ha tra i migliori centri di Ricerca italiani, e sulla transizione ecologica. C'è un progetto che è Roma Caput Mundi, previsto dal PNRR, di 500 milioni con degli stanziamenti per aumentare la ricezione culturale e turistica della Capitale da inserire in un programma nazionale per visitare luoghi meno conosciuti. E poi, come ha detto il direttore, c'è questa ulteriore accelerazione per il Giubileo e forse se Roma viene scelta per Expo 2030. Investimenti che dovranno essere effettuati. Comunque come effettuazione delle gare i comuni del Lazio sono in ritardo ma si parla di tempistiche non di risorse assegnate". Le entrate degli enti territoriali del Lazio sono nel complesso lievemente cresciute, ad eccezione di quelle della Regione. Nel 2022 il debito delle Amministrazioni locali del Lazio è aumentato; in termini pro capite, il debito rimane significativamente superiore a quello medio nazionale. – Foto xl5/Italpress – (ITALPRESS). xl5/col4/red 15-Giu-23 15:47

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