Pechino ha invitato l’Italia ad adottare misure ragionevoli, le stesse raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), per fronteggiare il rischio del Coronavirus.
Lo stato d’animo del governo cinese non si deve probabilmente ad una considerazione delle scelte proprie delle nostre autorità centrali, quanto agli effetti perversi di una psicosi alimentata da notizie allarmistiche ed immotivate diffuse sui social e che sono causa di intollerabili episodi di discriminazione e, talvolta, di aggressione verso cittadini cinesi residenti in Italia per affari o per motivi di studio.
Probabilmente qualche peso lo avranno avuto anche le richieste delle regioni del nord Italia di particolari misure preventive nei confronti di studenti provenienti dalla Cina.
In conclusione, la raccomandazione è sempre quella di tenere i nervi a posto, evitare sia il ridicolo di persone inutilmente mascherate, sia di sollecitazioni a comportamenti inutilmente offensivi nei confronti sia di residenti, sia di turisti cinesi, che, tra l’altro, danno un importante contributo alla nostra economia.
Purtroppo, le fobie e gli isterismi sull’epidemia hanno contagiato anche la politica, l’informazione che la riguarda e il moltiplicarsi di talk show televisivi che spesso trasudano intolleranza ed astio.
Lo testimonia la supponenza e l’acredine con la quale illustri conduttori, ma tutti seguaci del pensiero unico della sinistra con la spocchia, stanno trattando Renzi, colpevole, come tanti magistrati ed avvocati, di continuare a considerare il blocco della prescrizione nei processi un obbrobrio giuridico e una violazione di diritti costituzionalmente garantiti.
Non importa che così la pensino fior fiore di giuristi; Renzi e Costa di FI diventano nemici del popolo a gloria di Bonafede, rimpianto dai frequentatori di discoteche siciliane e posto alla sommità di un movimento in caduta libera di tenuta e di credibilità.