giovedì, 19 Dicembre, 2024
Attualità

Invalidi civili a Montecitorio: basta discriminazioni

“Per la classe politica di questo paese noi invalidi civili siamo dei fantasmi, semplicemente non esistiamo”. Isabella Dattile, romana doc, è l’organizzatrice della manifestazione di protesta in programma il 13 febbraio prossimo a Montecitorio davanti al luogo simbolo della Casta.

Le abbiamo rivolto alcune domande per capire come si sta muovendo la macchina organizzativa in attesa della iniziativa in programma la settimana prossima e, soprattutto, quali sono le speranze e le attese di chi scenderà in piazza.

Isabella Dattile

Signora Dattile, come le è venuta l’idea di chiamare a raccolta gli invalidi civili da tutta Italia?
“Tutto è accaduto in modo molto naturale. Come tutte le persone che si trovano nella mia condizione, avevo riposto grandi speranze nelle parole del presidente del Consiglio che aveva promesso non un semplice adeguamento ma un aumento delle pensioni di invalidità. Alla fine questo segnale di attenzione nei nostri confronti non c’è stato. Potete immaginare quale sia stata la reazione sui Social. Tutti si sono sentiti presi in giro. Ho pensato che l’unico modo per continuare questa battaglia di civiltà fosse quello di metterci la faccia. Internet mi ha aiutato a fare il resto”.

In che senso?
“Ho creato una pagina Facebook che ha più di 900 like, iniziando a veicolare i contenuti. Piano piano stanno nascendo gruppi su base regionale che hanno aderito alla mobilitazione, utilizzando l’immagine del fantasma che ho ideato per dare ulteriore forza al nostro messaggio. Sono sicura che il 13 febbraio saremo molto di più di quelli che la Questura di Roma si aspetta”.

Che cosa chiedere alla politica?
“Che ci ascolti e adotti i provvedimenti opportuni per garantirci una vita dignitosa. Rivendichiamo con forza l’equiparazione della indennità alla media europea che è di circa 600 euro. Noi, attualmente, percepiamo 298 euro, dal momento che ai 296 euro di base è stato aggiunto un piccolo importo per l’adeguamento al costo della vita secondo gli indici Istat. Sfido chiunque ad andare avanti con una cifra del genere, tenendo conto che occorre fare la spese e pagare le utenze”.

Cosa direte ai rappresentanti delle istituzioni della Repubblica ove mai vi fosse consentito di esporre le vostre idee?
“Mi auguro vivamente che ci ricevano per dimostrare con i fatti, e non solo a parole, di avere una certa attenzione per il mondo della disabilità. Diremo, semplicemente, che la manifestazione di protesta è solo il primo passo e che siamo stufi di subire queste mortificazioni. Non ci fermeremo davanti a nulla per difendere la nostra dignità”.  

La vostra battaglia non riguarda solo l’importo dell’assegno ma anche le opportunità di lavoro…
“Certo. Le due cose vanno di pari passo. Chiediamo maggiori investimenti per creare nuove opportunità. Gli invalidi civili possono essere inseriti in un contesto lavorativo che tenga conto delle patologie o delle difficoltà esistenti. Essere invalido civile non significa non poter lavorare. Vogliamo essere una risorsa per il Paese. Ma la Casta ci deve ascoltare”.

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