“Quando parliamo di ambiente facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati”. Queste sono le parole di Papa Francesco che nell’Enciclica “sociale” Laudato Si’ pubblicata il 18 Giugno 2015, ci immerge nella costruzione di una nuova visione di società, non solo della conoscenza, ma anche culturale e dell’agire quotidiano. “Dal momento che tutto è intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di un’ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali”. (Papa Francesco).
La Laudato Si’ è nella sua struttura un’indirizzo orientato all’attivismo, alla democrazia partecipata, alla realizzazione di un sogno quale quello del prendersi cura della casa comune: il Pianeta, la società, la comunità, in altre parole il popolo e le persone. L’Enciclica sociale Laudato Si’ è opera pedagogica, è “umanesimo integrale” le cui radici diventano “umanesimo sociale”, una nuova dimensione del modello di cambiamento autentico. La Lettera Enciclica del Pontefice ha ispirato la promozione dell’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile nella ricerca permanente di un nuovo modello di sviluppo globale nel rispetto dell’amicizia civica che tanto sarà sviluppata nella successiva Enciclica papale “Fratelli Tutti” del 2020.
In questi otto anni, L’Enciclica Laudato Si’ ci ha permesso di leggere il Mondo, di osservare preoccupati l’aumentare delle disuguaglianze, di vedere il grado di povertà educativa, dei danni ambientali, dell’assenza del dialogo sociale tra i popoli, del lavoro non dignitoso e della disoccupazione crescente, della questione bellica e della minaccia nucleare, dell’immigrazione oltre mare, delle politiche di genere non rispettate, del giungere inesorabile di nuove crisi, di una “grande crisi”. La crisi “centrata” sulla persona. La Pacem in Terris di Giovanni XXIII, la Laborem exercens e la Sollecitudo rei socialis di Giovanni Paolo II sono la base della ricerca della “persona nuova”, di quel riformismo comunitario che diventa “casa comune”, un solo Pianeta, un solo progetto comune: scoprire l’umano dice Maritain.
Il principio del bene comune è l’infrastruttura dell’Enciclica di Papa Francesco quale dichiarazione universale della politica dell’impegno a qualunque livello esso sia. “Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale”. Costrutti come l’unità è superiore al conflitto, il tempo è superiore allo spazio, la leale solidarietà intergenerazionale integrata alla rinnovata solidarietà intragenerazionale, fanno della Laudato Si la “nuova Agenda” dell’Umanità, di una nuova visione di società che insieme vogliamo costruire con impatti anche sulle carte costituzionali dei paesi. Significa “porre con chiarezza il tema delle esigenze del futuro” a tal proposito ci ricorda in un suo saggio Francesco Clementi, costituzionalista e professore universitario. La filosofia bergogliana è centrata sul rispetto della dignità della persona: “l’interdipendenza ci obbliga a pensare a un solo Mondo, ad un progetto comune”.
Scorrendo le pagine dell’Enciclica siamo travolti da una mistica che ci anima. “Occorre dare maggior spazio a una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose.” E ancora ci ricorda Papa Francesco: “Tuttavia, bisogna aggiungere che i migliori dispositivi finiscono per soccombere quando mancano le grandi mete, i valori, una comprensione umanistica e ricca di significato, capaci di conferire ad ogni società un orientamento nobile e generoso”. E’ il tempo di studiare e ricercare il riformismo integrale per riformisti sociali, “casa comune che ci contiene e ci unisce”. Le stesse parole del Papa ci inducono ad esplorare nuovi orizzonti: “Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo prendersi cura della natura”.