giovedì, 14 Novembre, 2024
Cultura

Archeologia: l’Italia recupera e rimpatria 821 reperti storici trafugati

A seguito della conclusione di un lungo negoziato con i liquidatori della Symes Ltd, una società di diritto inglese in liquidazione, appartenuta al mercante d’arte, Robin Symes, che si è in realtà rivelato un trafficante di beni culturali, l’Italia è riuscita a recuperare e rimpatriare 821 i reperti archeologici. L’attività di recupero di questi beni, rinvenuti in passato in scavi clandestini all’interno del territorio italiano, è stata avviata nel 2007 e si è svolta tramite le indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.   Gli inquirenti sono stati coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, che ha lavorato per contrastare il traffico internazionale di beni culturali, che è poi sfociata anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato. I reperti sono databili tra l’VIII secolo a.C. e l’epoca medievale, per un valore di 12 milioni di euro, e offrono uno spaccato delle molteplici produzioni dell’Italia antica e delle isole, riflettendo al contempo la lacerazione insanabile subita dai numerosi e diversificati contesti archeologici oggetto di depredazione, concentrati in particolare nell’ Etruria e nella Magna Grecia.   Tra i pezzi più pregiati, un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell’orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale. Risalenti all’epoca romana alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con raffigurazione di tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana. Ci sono anche 26 collane ricomposte, armi, utensili, suppellettili, sarcofagi, oggetti votivi.   Inoltre, altri 71 reperti, che adesso sono negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. “Le indagini sull’arte non finiscono mai, perché l’arte, soprattutto italiana, è sempre stata depredata per anni e continua ad esserlo. E non dobbiamo arrenderci. Non è finita qui. Sappiamo che contiamo su delle spalle molto larghe del Ministero della Cultura” ha detto il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Vincenzo Molinese.

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