Rileggendo la lezione di Maritain, le sue parole sull’insegnamento rievocano una profonda riflessione: “Considerato in se stesso, l’insegnamento non è opera di contemplazione”. Spesso la società della conoscenza e del sapere scientifico contemporaneo rafforza linee di pensiero che si tramutano in possibili speranze e sentieri mai esplorati. Non è solo la ricerca di un “nuovo umanesimo” ma anche porre il campo-base dell’umanesimo sociale integrale ed integrante. “Le idee camminano sulle gambe degli uomini” diceva Pietro Nenni. L’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile, ricordo, è un piano di lavoro al servizio del bene comune nelle sue diverse declinazioni, in particolare l’obiettivo quattro sulla “qualità dell’educazione” in stretta connessione con l’obiettivo undici sulla costruzione di “comunità” inclusive. Lo abbiamo già evidenziato in altre occasioni.
Ma la terza missione della conoscenza inizia ad essere “metodo” trascorso per fare posto ad una nuova ispirazione quella della “quarta missione” della conoscenza del sistema universitario e del sapere. Coniugare la divulgazione scientifica e la produzione di beni pubblici pone la fondazione della “dottrina sociale della persona”, una visione personacentrica nel superamento delle disuguaglianze sociali, economiche, ambientali tra il vuoto della politica e il bene comune democraticamente strutturato. Il libero accesso alla conoscenza per tutti e per tutte le età, in un’epoca di strenue povertà educative, ci conduce alla “fabbricazione” di nuovi cammini. Questa è la fase della “metamorfosi del globalizzato”.
Le alleanze tra istituzioni universitarie, territorio, governi locali, parti sociali e società civile è “attore strategico della re-definizione del nuovo modello di sviluppo” che nel dialogo sociale tenta di sviluppare idee riformiste coadiuvate da quella che Papa Francesco chiama “ecologia integrale”. Si quasi una scuola di riformismo comunitario.
Siamo chiamati all’impegno non nella veste di stakeholder ma in quella di “community-holder” cioè “costruttore di comunità sostenibili nella prospettiva della responsabilità sociale del territorio” (Fabrizio Dughiero). Nell’ottica di stimolare la società della conoscenza perché investa maggiori risorse umane, organizzative, finanziarie per connettere sapere, trasferimento della conoscenza e territorio, la quarta missione diviene la “missione autentica”, la “carta costituzionale della persona”, la nuova iniziativa per superare le diseguaglianze. In questo tempo di incertezze e di carestia di speranza, è necessario che la governance mondiale delle alleanze tra università, società civile e funzioni governative lanci un “Patto Globale” sulla quarta missione, una “University Mission Global Compact”, un’Agenda Globale sulla Quarta Missione. Visione personacentrica, umanesimo sociale, superamento delle disuguaglianze, amicizia civica e comunità inclusiva: cinque pilastri da costruire per il futuro di ognuno. La Conoscenza che unisce le persone.