Il magico universo della Disney ultimamente ha subito un’evoluzione significativa nella rappresentazione dei cosiddetti cattivi. Sebbene nel passato i personaggi malvagi fossero spesso delineati attraverso il semplice conflitto tra il bene e il male, negli ultimi tempi le storie hanno abbracciato una visione più complessa e sfaccettata. Questo cambiamento ha portato ad una maggiore profondità e realismo dei personaggi antagonisti dei film, offrendo al pubblico nuove opportunità di riflessione e connessione emotiva.
Il male è stato sempre rappresentato in modo unidimensionale, il cui scopo principale era ostacolare il protagonista e perpetuare il conflitto tra i due. Una rappresentazione totalmente piatta dei cattivi, sicuramente efficace per il contesto narrativo dell’epoca, ma che non offriva molte opportunità per la caratterizzazione e la comprensione più profonda dei personaggi. Negli ultimi decenni, Disney ha invece abbracciato una nuova narrativa. Film come “Il re leone”, “La sirenetta” e “La bella e la bestia” hanno introdotto personaggi che sfidano le semplici dicotomie tra buono e cattivo. Questi nuovi malvagi, come Scar, Ursula e Gaston, hanno un’intensità emotiva e un background più articolato, portando il pubblico a comprendere le loro motivazioni e in qualche misura a identificarsi con loro.
Una delle pietre miliari nella rappresentazione dei cattivi Disney è stata la trasformazione di “Malefica” nel film del 2014. Il pubblico ha avuto l’opportunità di scoprire le motivazioni complesse che si celavano dietro il suo comportamento crudele, un approccio che ha aperto la strada a un nuovo modo di esplorare i personaggi negativi, ponendo l’accento sulla loro umanità e sui motivi che li hanno spinti verso il lato oscuro. Anche con il film “Frozen – Il regno di ghiaccio”, sono state messe in discussione le aspettative del pubblico, offrendo personaggi complessi. Elsa, la protagonista, è un esempio di come una figura considerata malvagia all’inizio possa essere ritratta con complessità e persino empatia.
Questo tipo di narrazione ha portato il pubblico a riflettere sulla natura ambigua dei personaggi e sulle diverse sfaccettature della personalità umana. Un cambio di rotta che ha portato a storie più coinvolgenti e significative, consentendo al pubblico di esplorare emozioni complesse e identificarsi anche con i personaggi negativi. “Questo allontanamento dal personaggio che incarna intere ideologie cattive per consentire a tutti i personaggi di essere più umani e bilanciati ha portato alcuni film Disney ad essere più ricchi di sfumature – ha scritto la critica Emily Kavanagh sul sito dedicato alla cultura pop ‘Collider’ – . Le nuove trame mostrano che i problemi non sono tutti o bianchi o neri, e che non possono essere risolti solo rimuovendo una singola persona cattiva da una situazione, ma deve esserci uno sforzo comune basato in larga parte sulla comunicazione. Che le persone non sono cattive solo per il gusto di essere cattive, ci sono motivazioni dietro le loro azioni, anche se sono dannose per gli altri”.