Secondo quanto emerge dal Rapporto “MobilitAria 2023”, realizzato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA), che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2022 nelle 14 città metropolitane italiane, rispetto al 2021, in quasi tutte le città italiane, sono aumentate le concentrazioni di biossido di azoto (NO2). Nonostante questo, in tutte le città analizzate, la concentrazione media annua del PM10 nell’anno 2022 è ancora al di sotto dei limiti e, rispetto al 2021, si è delineata una situazione ben differenziata: cinque città del sud vedono i valori di concentrazioni delle stazioni di traffico in discesa e sei le città a nord che riscontrano una risalita, mentre Napoli e Roma non subiscono cambiamenti. Ci sono però ancora alcune città che superano più di 35 volte il limite giornaliero del PM10 nell’arco di un anno. Dal Rapporto emerge inoltre che, in termini di emissioni di gas serra, il contributo dei trasporti è significativo. Come si rileva infatti dall’approfondimento sulle nove città italiane candidate a raggiungere zero emissioni al 2030 la media complessiva delle 9 città in termini di emissioni derivanti dal settore dei trasporti è il 23,5% sul totale. Novità del Rapporto 2023 è l’indice sintetico della distanza delle 14 grandi città prese in esame, da come sono attualmente e con gli interventi in corso di attuazione, rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e vivibilità urbana attraverso lo sviluppo della mobilità sostenibile al 2030. Da questo numero è stata poi stilata la “classifica” in ordine crescente del Deficit di mobilità sostenibile, al fine di confrontare la situazione delle diverse città, sia complessiva e sia ripartita tra i cinque indicatori: trasporto pubblico potenziato e non inquinante, mobilità attiva, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione e ripartizione modale. Da questa classifica, come emerge dall’indice sintetico rispetto all’obiettivo europeo 2030, troviamo Milano che con -32% si avvicina di più ai target, contrariamente a Catania, che è la più lontana con – 76% ed un grave deficit di mobilità sostenibile. Se entriamo nel merito dei diversi cinque indicatori emerge che Milano risulta essere la più vicina al target europeo sul fronte della mobilità condivisa, ripartizione modale e trasporto pubblico, ma è ancora distante se prendiamo in esame la motorizzazione privata e la mobilità attiva. Catania risulta essere all’ultimo posto sul fronte della mobilità condivisa (-99%) e mobilità attiva (-98%), oltre che -77% relativamente al trasporto pubblico e -57% sulla ripartizione modale. Firenze, Torino, Venezia, Bologna, Roma e Napoli stanno nella prima metà della classifica e si avvicinano all’obiettivo sul fronte della ripartizione modale, ma sono ben distanti in genere ancora per il trasporto pubblico, mobilità attiva e mobilità condivisa. Infine, Cagliari, Genova, Messina, Bari, Palermo e Reggio Calabria sono tutte nella parte bassa della classifica e sono agli ultimi posti soprattutto per trasporto pubblico, mobilità condivisa e mobilità attiva, ovviamente ciascuna con le proprie specificità e punti di debolezza.