Oggi Giornata dell’Africa, che commemora la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana fondata il 25 maggio 1963 ad Addis Abeba e divenuta dal 2002 Unione Africana. La commemora il nostro Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per riflettere sull’importanza del nostro partenariato con l’Africa e per valorizzare la varietà e la ricchezza storica, artistica e culturale del Continente. Nell’occasione la comunità di Sant’Egidio ricorda il suo impegno nel Vecchio Continente, soprattutto attraverso il programma Bravo! (Birth Registration For All Versus Oblivion) per la registrazione anagrafica di cittadini, in particolar modo minori, al fine di proteggerli da gravi rischi come la tratta di esseri umani.
Bambini “invisibili” al mondo
Secondo le stime ufficiali ogni anno, su un totale di 125 milioni di bambini che nascono, oltre il 40%, non vengono registrati alla nascita e circa 230 milioni nel mondo, di bambini sotto i cinque anni, non hanno un atto di nascita. Nell’Africa subsahariana questa percentuale sale al 56%, coinvolgendo 85 milioni di bambini, mentre in Asia meridionale raggiunge il 61%, coinvolgendo 103 milioni di essi. Questi piccoli, privati di una documentazione legale che attesti la loro esistenza, sono esclusi da servizi come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Le loro vite sono più vulnerabili al traffico di esseri umani, allo sfruttamento sessuale, ai matrimoni precoci, al lavoro minorile e all’arruolamento nelle forze armate. In catastrofi naturali o conflitti armati, possono trovarsi impossibilitati a riunirsi alle loro famiglie e se commettono reati, non possono beneficiare di misure di trattamento orientate alla riabilitazione. Senza documenti, non possono ereditare, dimostrare la loro cittadinanza o ottenere la patente di guida o il passaporto. Vengono esclusi dal pieno godimento dei diritti legali e della partecipazione alla vita democratica del loro paese, inclusa la possibilità di votare o essere eletti, non possono migrare legalmente come lavoratori o per ragioni familiari e, se si trovano in un Paese straniero, non saranno riconosciuti dalle autorità diplomatiche e consolari.
Un progetto anche per il diritto alla salute
Nonostante le profonde disuguaglianze, il continente africano vanta una ricchezza di risorse umane, soprattutto tra i giovani, che costituiscono la maggioranza della popolazione e che si concentra nel promuovere la pace in un contesto segnato da numerosi conflitti ancora irrisolti, aiutando le fasce più vulnerabili della popolazione, che includono anziani, bambini di strada e detenuti. Il programma Bravo! si occupa, infatti, anche degli adulti che non sono mai stati registrati ufficialmente dallo stato civile e con il progetto DREAM, Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition, Sant’Egidio, opera da vent’anni e aspira a garantire il diritto alla salute, la prevenzione e l’accesso alle cure, non solo per i malati di HIV/AIDS, ma anche per altre patologie come il diabete e l’ipertensione.
Un aiuto anche a superare il gap gender
Finora, DREAM ha curato oltre mezzo milione di persone sieropositive in 10 Paesi africani e ha contribuito alla nascita di 150.000 bambini sani da madri sieropositive. Questi risultati sono il frutto della collaborazione con istituzioni accademiche, come l’Università di Tor Vergata, il Politecnico di Torino e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Con il loro supporto sono stati ottenuti risultati significativi sia nel Malawi che in Mozambico e attraverso i progetti “Bridge the gap” e “WeMen” è stata ridotta la disparità di genere nella lotta contro l’HIV/TB, migliorando l’accesso alle cure sanitarie per le donne, promuovendo al contempo l’inclusione degli uomini.