domenica, 17 Novembre, 2024
Politica

Cdm su aiuti. Commissario per ora no. Tre mesi per chiedere i fondi dell’Ue

Alluvioni - Confronto del Governo con Enti locali e imprese

Il Governo accelera sugli aiuti alle zone alluvionate con una doppia iniziativa. La prima prevista con il Consiglio dei ministri, convocato per le 11 a Palazzo Chigi; la seconda altrettanto importante dopo il Cdm, informa una nota dell’Esecutivo, “il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con i ministri aventi a vario titolo competenza per l’emergenza, incontrerà il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che sarà accompagnato da rappresentanti delle parti sociali del territorio”. Un modo per dare seguito alle parole di solidarietà e impegno che domenica, durante un sopralluogo nelle zone alluvionate, il premier aveva assicurato al Governatore Bonaccini che, a sua volta sollecita, risorse economiche e opere in tempi rapidi.

Commissario, oggi la decisione

All’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, secondo le anticipazioni, ci sarà un decreto-legge con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo. A indicare le prime misure che saranno messe in atto, tra queste anche la possibile nomina di un Commissario. Lo rivela il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Sulla nomina di un Commissario che dovrà seguire la fase della uscita della emergenza e ricostruzione, il ministro spiega che la decisione sarà presa oggi dal Governo.
“Di solito è così ma se ne parlerà al Consiglio dei Ministri”, commenta Lollobrigida, “il Cdm determinerà le prime misure. Sarà il frutto di un confronto attento con le regioni e le rappresentanze di categorie. La presidente Meloni è stata di persona nei luoghi colpiti e domani il cdm determinerà le misure che serviranno ad affrontare ancora meglio l’emergenza di questi giorni”.

Fondi Nazionali ed Europei

“Adesso”, fa ancora presente il ministro dell’Agricoltura, “inizia la fase per valutare i danni, che al momento sono incalcolabili nel vero senso della parola e cominceremo a mettere in campo provvedimenti normativi ed economici in sostegno di chi è stato colpito da questa criticità”. “Per quanto riguarda il nostro ministero abbiamo ricercato tutte le disponibilità”, calcola Lollobrigida, “e abbiamo trovato risorse pari ad almeno 100 milioni di euro per affrontare queste situazioni. Servono però cifre ben diverse”. Per questo puntualizza Lollobrigida, “abbiamo fatto richiesta all’Europa e auspichiamo intervenga in modo simile a quanto fatto rispetto ad altre nazioni che in precedenza si sono trovate ad affrontare criticità simili”. Un particolare elogio, a nome del Governo lo esprime il ministro dell’Agricoltura, “non possiamo che ringraziare protezione civile, forze dell’ordine, esercito e volontari, che hanno fatto un lavoro eccezionale”.

Danni conta “impressionante”

Man mano che l’acqua defluisce, la conta dei danni dell’alluvione, degli allagamenti, frane, distruzione di coltivazioni, si fa più pesante. Con cifre definite “impressionanti”. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini ha fatto un primo bilancio dei danni per settori infrastrutturali, come strade, ponti, linee ferroviarie. “Abbiamo un danno quantificato dall’assessorato di oltre mezzo miliardo per le strade provinciali”, rivela Bonaccini, “oltre 100 milioni di euro per le strade statali quantificati da Anas, oltre 100 milioni quantificati per la parte ferroviaria e manca ancora la stima per le strade comunali, tante sono disastrate e interrotte, credo si vada oltre i 600milioni di euro di danni stimati, la cifra crescerà tanto”.

L’agricoltura in ginocchio

Secondo Coldiretti nelle aree colpite sono a rischio almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione; 15 milioni gli alberi da frutto danneggiati e migliaia gli animali morti nell’alluvione.
Risollevarsi dalla catastrofe richiederà tempi che dovranno essere rapidi e un impegno non solo economico ma di norme da snellire, e decisioni politiche da prendere in modo unitario.
“Dobbiamo fare bene ma anche in fretta”, puntualizza Bonaccini, “sennò abbiamo intere zone scollegate drammaticamente, in pianura quando l’acqua andrà via e augurandoci che il governo dia tutti i rimborsi al 100% per i danni pubblici e privati si ripartirà come prima ma in montagna e colline abbiamo oltre 300 frane, strade che non ci sono più”.

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