Stando il bilancio del primo quadrimestre 2023 di Frontex, l’Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera, tra gennaio e aprile sono sbarcati presso le coste siciliane 42.165 migranti, a fronte degli 80.426 accessi complessivi registrati ai confini europei (+30% circa). In sostanza, più della metà, che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno corrisponde a una cifra quadruplicata (+292%), e concentrata soprattutto nella rotta che va dalle coste tunisine e libiche alla Sicilia. Frontex, dunque, segnala il nuovo record raggiunto in questo periodo dell’anno da quando esiste il censimento (2009). Un bilancio che trova sostanziale riscontro nella contabilità più aggiornata del Viminale. Da inizio gennaio al 19 maggio sono sbarcati in Italia 45.808 migranti, quasi triplicati rispetto ai 16.515 dello stesso periodo 2022. Il fenomeno, dunque, è in progressivo aumento. Al vertice del Consiglio d’Europa a Reykjavik il presidente francese Emmanuel Macron ha provato a riannodare i fili del dialogo col governo italiano, oggetto di pesanti attacchi proprio sulla gestione dei migranti. “Dobbiamo costruire soluzioni comuni non sottovaluto che l’Italia è il Paese di primo approdo: subisce forte pressione e non si può lasciare sola”, ha detto Macron. Secondo l’analisi di Frontex, sul Mediterraneo centrale si stanno ormai concentrando le mire dei trafficanti di esseri umani, che prima battevano altre vie di accesso. Tutte le altre rotte, infatti, nei primi quattro mesi di quest’anno hanno registrato un netto calo di ingressi: -21% dai Balcani, -31% dal Mediterraneo orientale, -47% dall’Africa occidentale alle Canarie, -15% dal Mediterraneo occidentale, -20% dagli Urali. “I gruppi della criminalità organizzata stanno approfittando della volatilità politica in alcuni Paesi di partenza per aumentare il numero di migranti che contrabbandano attraverso i confini dell’Ue”, spiega il report di Frontex. E l’effetto si conta in termini non solo di sbarchi irregolari, ma anche di morti in drammatico aumento. Nei primi tre mesi dell’anno, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha documentato il decesso di 441 persone migranti proprio sulla rotta del Mediterraneo centrale. Ma si tratta di una cifra parziale e sottostimata, se si considerano anche i naufragi invisibili, “casi in cui le barche sono dichiarate disperse e non ci sono registrazioni di sopravvissuti”. È per difetto, quindi, che l’Oim conteggia nel Mediterraneo oltre 20mila morti dal 2014, reclamando dall’Ue interventi coordinati per i soccorsi.