Rispetto ad aprile 2022, nello scorso mese si è registrato una crescita dei mercati pari a +11,5% in gran parte legata all’effetto inflattivo. Si tratta di un ritorno alla normalità, dunque, sia pure sotto la spinta dell’inflazione che morde i consumi e che al momento non sembra allentare la presa, nonostante in termini di Pil l’Italia sia la locomotiva d’Europa e continui a mostrare resilienza in un contesto globale difficile. È quanto emerge dall’Osservatorio permanente Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento-accessori e no food. Nei settori merceologici la ristorazione mette a segno una crescita del +12,3%. È il più dinamico e beneficia maggiormente del quadro positivo, ma è anche quello che ha subìto un impatto maggiore dell’inflazione sui costi e sui prezzi di vendita (rispettivamente, l’inflazione per gli energetici è a +16,7%, l’inflazione relativa ai prodotti alimentari al +12,1%, e quella dei servizi ricettivi e di ristorazione al +8,4%). Bene anche abbigliamento-accessori a +9,9%, che si confronta, tuttavia, con un aprile 2022 piuttosto debole (-13,9% vs pre-pandemia). Altro retail mostra una crescita più contenuta, dovuta al buon andamento che il comparto ha registrato sia durante la pandemia sia negli anni successivi. Nel progressivo anno 2023 vs 2022 (gen-apr), il totale mercato chiude a +18,9%, crescita in parte dovuta alla spinta inflazionistica e in parte a un inizio 2022 ancora debole per i consumi. Abbigliamento-accessori risulta il settore con i migliori risultati +21,1%. La ristorazione registra +17,9%, frutto delle stesse considerazioni sul mancato arresto dell’inflazione. Altro retail registra +7,9%. In ripresa generale tutti i canali di vendita, che mostrano andamenti in linea con il totale mercato. A livello geografico, le aree meglio performanti sono il Centro +14,7% e il Nord-est +13,1%. Nelle Regioni la migliore è il Veneto +15,9%, la peggiore la Campania +5,6%. Nelle città di provincia Ferrara al primo posto +21,1%, Cremona fanalino di coda +1,78% “I dati a valore sono positivi sul 2022. Sostanzialmente recuperati i livelli pre-pandemia con l’unica eccezione del settore abbigliamento-accessori. Occorre, tuttavia, considerare che l’impatto dell’inflazione sul potere di spesa dei consumatori, abbinato allo stallo dei salari, si sta traducendo in una riduzione dei volumi di acquisto legata a un orientamento verso la scelta di fasce prezzo più economiche e a offerte promozionali. Fenomeni che riteniamo vadano ad accentuarsi nei prossimi mesi e che modificheranno gli scenari competitivi e le politiche delle imprese”, spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese.