Più di 50mila le vittime causate dal terribile sisma che il 6 febbraio 2023 ha colpito la regione a cavallo tra Turchia e Siria: 44.218 i morti accertati in Turchia e 5.900 morti accertati al momento in Siria. Da quel giorno, dopo la scossa di magnitudo 7.8, sono state registrate 9mila scosse di assestamento e solo in Turchia, le persone evacuate dall’area del disastro sono state 530mila. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite sono circa 3 milioni i turchi che sono stati portati in zone più sicure. Il 20% di questi ora sta tornano nelle zone colpite.
L’allarme lanciato il 17 maggio scorso da Save the Children riaccende il riflettore sulla situazione drammatica nelle terre colpite, in particolare di famiglie e bambini, dove è allarmante l’arresto della crescita di questi ultimi e la malnutrizione delle donne. Il numero di siriani in condizione di grave insicurezza alimentare già prima del grave terremoto aveva già raggiunto i 12,1 milioni di persone, Un bambino su quattro di età inferiore ai cinque anni, ovvero più di 600mila, era già affetto da arresto della crescita, mentre nella sola Siria nord-occidentale, da giugno a dicembre 2022, i tassi di arresto della crescita dei bambini erano aumentati di mese in mese. I piccoli malnutriti corrono anche un rischio maggiore di ammalarsi gravemente o persino di morire se contraggono il colera. Anche una donna incinta su otto è gravemente malnutrita, con il conseguente pericolo di aborti spontanei, di anemia e persino di morte durante il parto.
“L’arresto della crescita dei bambini ha raggiunto livelli senza precedenti, il che significa che lo sviluppo fisico e cognitivo sarà per sempre influenzato dalla mancanza di cibo – ha dichiarato Rasha Muhrez, direttore della risposta umanitaria di Save the Children in Siria -. È scioccante che questa situazione sia ormai irreversibile nella vita di milioni di bambini e l’impatto economico del terremoto rischia di spingere un numero ancora maggiore, verso allarmanti livelli di fame. La risposta della comunità internazionale alla crisi siriana negli ultimi 12 anni è rimasta bloccata, senza alcuna capacità di sostenere le famiglie per proteggersi da future crisi. Il terremoto ha messo a nudo questa situazione, ma ha anche aumentato l’attenzione e la capacità di accesso ad alcune parti del Paese, offrendo alla comunità internazionale l’opportunità di iniziare a sostenere a lungo termine i bambini siriani, che potranno ricostruire la propria resilienza e compensare i danni che hanno sottomesso le loro brevi vite”.
Come aiuti per il terremoto, Save the Children sta distribuendo razioni alimentari, coperte, tende e indumenti caldi, per garantire la salute e la protezione dei bambini e delle loro famiglie, prevenendo malattie con servizi di protezione, inclusi supporti psicosociali. Ma la situazione è molto complessa: “I bambini dimostrano una maggiore aggressività. Gli assistenti e il personale scolastico hanno riferito che il bullismo emotivo e fisico tra i gruppi è aumentato e i ragazzi non si scagliano contro gli altri, ma colpiscono sé stessi – riferisce Osman Yıldız, responsabile salute mentale e supporto psicosociale di Save the Children -. A distanza di 100 giorni, vedo quelle espressioni vuote mutare in qualcosa di diverso, anche se dobbiamo ricordare che il recupero e la guarigione sono processi che richiedono mesi, se non anni. Garantire che i bambini possano sentirsi di nuovo al sicuro e tornare a un senso di normalità il prima possibile è fondamentale per evitare ripercussioni a lungo termine sulla loro salute, sul loro benessere e sul loro sviluppo per gli anni a venire”.