Il presidente USA Joe Biden è pronto per l’incontro al vertice in Giappone. Un incontro finalizzato ad unire gli alleati contro le minacce provenienti da Russia e Cina. Tuttavia, si lasciano alle spalle una lotta irrisolta per il tetto del debito che mette in mostra la disunione che circonda la politica americana. Biden è stato costretto a cancellare i viaggi in Papua Nuova Guinea e in Australia mentre i negoziati con i leader repubblicani si trascinano e gli Stati Uniti si avvicinano a una scadenza di inizio giugno entro la quale il Congresso deve alzare il limite del debito per evitare il default. Accorciare il viaggio è una battuta d’arresto per le ambizioni diplomatiche del presidente. La Casa Bianca aveva immaginato gli incontri con i leader in Australia e Papua Nuova Guinea come un forum per riunire i paesi che si sono irritati per gli sforzi della Cina di esercitare un’influenza militare ed economica nel Pacifico. Una premessa centrale della presidenza di Biden è che gli Stati Uniti possono offrire il modello migliore: le democrazie consentono libertà politiche e opportunità economiche mentre le autocrazie come la Cina le vietano. La prospettiva di un default senza precedenti che potrebbe far precipitare gli Stati Uniti nella recessione mina l’idea che le cose stiano andando bene a casa. Anche arrivare sull’orlo del default “causerebbe un’enorme rabbia e contraccolpi nei confronti degli Stati Uniti perché tutto questo è totalmente evitabile”, ha affermato Josh Lipsky, direttore senior del GeoEconomics Center dell’Atlantic Council. Un vero e proprio default, ha aggiunto, “scuoterebbe la fiducia nella leadership statunitense nel sistema finanziario internazionale e, nel tempo, eroderebbe la fiducia nel dollaro”. Alla Casa Bianca, gli assistenti hanno cercato di dare il meglio di sé nella frettolosa revisione dell’itinerario del presidente. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha detto ai giornalisti che l’interruzione del viaggio sottolinea la determinazione di Biden a porre fine all’impasse e a non dare agli avversari un nuovo punto di discussione sulla divisione partigiana dell’America. Il default, ha detto, “può influenzare la nostra stessa reputazione internazionale, perché ci sono paesi come la Russia e la Cina che non vorrebbero nient’altro che questo in modo da poter puntare il dito e dire: ‘Vedi, gli Stati Uniti non sono un paese stabile o un partner affidabile”.