C’è un nesso tra le manifestazioni degli studenti fuorisede e l’inverno demografico?
Si, ed è molto più profondo di quello che possa sembrare allo sguardo superficiale di chi, con supponenza, dice a questi ragazzi di sgobbare, studiare e non sollevare problemi.
Il problema che sta dietro le manifestazioni è l’impossibilità per molti studenti di trovarsi in condizioni di eguali opportunità e quindi il limite oggettivo al loro diritto allo studio. Si tratta di una ferita profonda che crea di fatto una discriminazione tra famiglie che possono pagare affitti esosi e indecenti per far studiare i propri figli e famiglie che non possono sopportare queste spese.
Lo studente che vorrebbe spostarsi in una città dove poter valorizzare meglio i suoi talenti ma non può farlo a causa della carenza di alloggi universitari pubblici e dell’alto costo degli affitti è una persona che porterà con sé sempre una frustrazione profonda e non sarà messo in condizione di poter dare il meglio di sé, a se stesso e alla società. Non valorizzare adeguatamente le potenzialità degli studenti universitari comporta una riduzione della ricchezza complessiva dell’Italia e un freno anche all’ascensore sociale, volàno indispensabile per consentire a chi nasce in famiglie a basso reddito di poter migliorare la propria condizione economica e avere risorse sufficienti per metter su una famiglia con più figli.
Se una coppia sa in partenza che non potrà assicurare ai propri figli un’istruzione universitaria adeguata non avrà alcun incentivo a mettere al mondo due-tre figli.
L’inverno demografico è un problema complesso che va affrontato con una strategia che deve riguardare non solo piccoli ed effimeri incentivi economici. È tutta la politica pubblica che va riorientata al fine di far tornare la voglia e la possibilità di avere più figli. Per questo servirebbe uscire dalle solite lamentele e mettersi seriamente a studiare il problema coinvolgendo però anche il settore privato che rischia di trovarsi a corto di manodopera e di veder sfumare tante prospettive di crescita.
Le tende degli studenti fuori sede devono far riflettere anche chi vuole aumentare il numero delle culle. Tutto si tiene in una politica demografica seria e l’istruzione che non discrimina in base al reddito è uno dei pilastri di questa necessaria strategia di salvezza della nostra società.