Tre prigioni segrete gestite da una banda composta da 13 persone, specializzata nel sequestro di migranti, nella tortura e nella contrattazione con le loro famiglie per il pagamento del riscatto per la loro libertà sono state scoperte dalle forze di sicurezza di Al-Kufra, il distretto più grande della Libia. L’Agenzia anti-immigrazione clandestina ha affermato che, a seguito delle incursioni delle sue forze, si è scoperto che la banda utilizzava le prigioni per nascondere le sue vittime e le torturava per ottenere denaro dalle loro famiglie. L’Agenzia ha inoltre confermato la liberazione di 60 migranti, tra loro anche donne e bambini, che sono stati nascosti con la forza e sottoposti a gravi torture. “Le loro famiglie si sono impegnate a pagare un grosso riscatto, pari a 20.000 dollari a persona”, ha detto l’agenzia, aggiungendo che 13 sospetti di diverse nazionalità, compresi i libici, sono stati arrestati. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite (IOM) ha affermato che tra gli sfollati arrivati ad Al-Kufra, situata nel sud-est della Libia, vicino ai confini del Sudan, c’erano 700 cittadini sudanesi. Tuttavia, le autorità locali hanno smentito la notizia e aggiunto di aver costituito un pronto soccorso per comunicare con il governo di Tripoli, e quello di Bengasi e con le organizzazioni internazionali per prevenire eventuali casi di sfollamento dal Sudan.