Un settore che diventa regno incontrastato di piccole e micro imprese che hanno numeri da record. Si tratta delle attività di pulizia e disinfestazione dove operano 49.628 imprese e 466mila addetti. Una struttura imprenditoriale che delinea una diffusa presenza dell’artigianato: le 31.363 imprese artigiane rappresentano, infatti, poco meno di 2 imprese del settore su 3 (63%) e danno lavoro a 79mila addetti, di cui 49mila dipendenti e 30mila indipendenti.
Settore in espansione
Secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia, la quota di imprese artigiane più elevata si riscontra in Trentino – Alto Adige con 80,2%, Piemonte con 78,8%, Liguria con 78,7%, Valle d’Aosta con 78,6 ed Emilia Romagna con 75,1%. “La dimensione media di un impresa artigiana del settore è di 3,1 addetti per impresa ed è superiore ai 2,6 addetti rilevato per il totale imprese artigiane”, spiega Confartigianato. I numeri chiave del comparto sono stati al centro di un incontro organizzato dalla Confartigianato Imprese di Pulizia e Confartigianato Lombardia, tenuto nell’ambito di “Issa pulire 26 esima edizione della fiera internazionale dedicata alla pulizia e sanificazione professionale”, che si conclude oggi a Milano dopo tre giorni di confronti e approfondimenti.
Regno di piccole e micro imprese
A livello dimensionale, il 96,5% delle unità sono micro e piccole con meno di 50 addetti (Mpi) e occupano il 41,5% degli addetti: si tratta di circa 44mila unità locali delle imprese e 193mila addetti, che generano un fatturato di 5,9 miliardi di euro e un valore aggiunto di 3,4 miliardi di euro. “Nel confronto internazionale la quota di valore aggiunto creato dalle Mpi delle pulizie e sanificazione in Italia è il 33,2% del comparto, quasi sei punti superiore al 27,3% della media Ue a 27, a fronte del 25,3% registrato in Spagna, del 22,9% in Francia e del 22,1% in Germania”. In chiave territoriale, più della metà degli addetti si concentra in unità di micro e piccola dimensione in Valle d’Aosta con 77,2%, Molise con 65,7%, Umbria con 63,0%, Piemonte con 53,0%, Marche con 51,0% e Calabria con 50,1%.
“La rilevanza del comparto”, sottolinea la Confartigianato, “si è ampliata a seguito dell’intensificazione delle attività di sanificazione, igienizzazione e pulizia per contrastare gli effetti della pandemia”.
La spinta del Covid
Nel 2022 il numero di imprese attive nel 2022 risulta superiore del 5,3% rispetto al 2019, anno pre Covid-19. “Un analogo trend di crescita si rileva per l’artigianato che nel triennio vede il numero di imprese salire di 1.329 unità (+4,4%) contribuendo al 53% dell’incremento complessivo”, calcola la Confederazione, “La performance positiva del settore si coglie anche dalla crescita del 3,3% del fatturato nel 2022, con un aumento cumulato del 5,9% rispetto al 2019”.