Costruire un grande partito popolare dal basso. Dalle necessità dei cittadini che sono legate alla vita quotidiana, alle cose più semplici che sono quelle economiche e dei servizi efficienti, dalla sanità ai trasporti, la scuola e il welfare. Su questo cammino vediamo segnali positivi del Governo. Ne ricordiamo due, l’aver deciso con il Decreto trasparenza la verifica quotidiana sul prezzo della benzina e dall’11 maggio prossimo la riunione della Commissione di allerta sul “caro pasta” contro le possibili speculazioni di mercato come segnalato dalle denunce dalle diverse Associazioni dei consumatori. Due iniziative dell’esecutivo del premier Giorgia Meloni messe in atto con determinazione. Sulla benzina, malgrado lo sciopero dei distributori la trattativa ha dato un buon esito con la salvaguardia dei bilanci degli automobilisti e delle famiglie. Così ora l’intervento della Commissione di allerta per capire il motivo del vertiginoso aumento della pasta. Perché essere dalla parte delle fasce più esposte economicamente, non solo a parole, ma nei fatti diventa il lievito di un partito popolare centrista, di quella politica di cui il Paese ha una grande necessità, che sappia ridurre le disuguaglianze che generano conflitti e ledono agli stessi principi di convivenza democratica.
Le azioni positive del Governo
Ci sono segnali importanti che non raccolgono quella enfasi mediatica ma spiegano bene come l’idea del Governo di Centrodestra sia attenta alle difficoltà delle famiglie e delle imprese. Un passo avanti pur tra le molte e imprevedibili difficoltà. Ricordiamo, ad esempio, che l’inflazione non è domata, che la Banca centrale europea ha ritoccato all’insù ancora una volta i tassi d’interesse che avranno un peso su famiglie e imprese, così come il rialzo della bolletta del gas che tornerà dopo gli aiuti di Stato ad incidere sui bilanci.
Riforme popolari da attuare
Sono temi che non appassionano e non sono esaltati come lo sport e le incoronazioni reali, ma la definizione di un partito popolare deve avere in agenda tra le priorità. Su questo percorso vogliamo inoltre indicare un altro ambito dove il Governo deve intervenire con urgenza, ed è quello delle piccole imprese. Sono loro come sottolineano le Confederazioni ad iniziare da quelle del commercio a pagare il prezzo maggiore dell’onda lunga della crisi. Per Confesercenti le piccole botteghe sono economicamente “sotto zero” e si annuncia per i prossimi mesi un crollo delle attività che sono per la maggior parte a conduzione famigliare. Anche l’artigianato colonna portante del Made in Italy così come l’agricoltura, con la grande tradizione italiana di qualità ed export, dell’agroalimentare mostrano segni di difficoltà.
Parliamo di settori che permettono di far godere di una ricchezza e benessere diffuso, che danno lavoro a milioni di persone – come ricordano le Associazioni e Confederazioni di categoria – che trovano difficoltà enormi nei ritardi dello Stato nell’organizzare una burocrazia efficiente, in un sistema creditizio che riduce al lumicino i prestiti alle piccole imprese e alle famiglie, di un fisco che seppur in corsa per essere riformato, pecca ancora di essere un sistema che pesa in modo eccezionale sulle piccole attività. Imprese che rimangono impigliate in norme caotiche e costose, in un fuoco di fila di pagamenti da fare.
Un esempio sono le decontribuzioni per le imprese che assumono, costrette a caricarsi di incertezze normative e rischi di mercato. In più basta un qualunque errore formale o un versamento saltato per bloccare ogni pratica e sostegno promesso. Si lascia solo l’imprenditore nel labirinto di molteplici responsabilità. Il più delle volte accade che la piccola impresa stanca di lottare, chiuda i battenti. Altro tema sul quale il Governo dovrà con urgenza intervenire è la sanità, che significa difesa e rilancio del Servizio sanitario nazionale. Da tempo i medici e dirigenti ospedalieri, le Associazioni di categoria e gli infermieri denunciano un profondo malessere e sollecitano interventi urgenti e concreti. Sappiamo che il
Governo con il ministro Orazio Schillaci ha in corso una trattativa, che ci auguriamo sia rapida e che confermi le richieste dei medici, che premono per una assistenza migliore e il rinnovo dei contratti. Il nostro modello di sanità, fiore all’occhiello dell’Italia tra i Paesi europei, fu riformato e adeguato alle nuove e crescenti necessità da un grande uomo politico della Dc, come Carlo Donat Cattin che istituì il Servizio sanitario nazionale che riconosceva: “il diritto fondamentale alla tutela della salute del cittadino”. Ora bisogna avere altrettanta lungimiranza e determinazione.
Meloni e il coraggio centrista
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che mantiene dalla sua un ampio consenso può oggi continuare nell’attuare quel programma che annunciò il giorno del suo insediamento. Il 25 ottobre scorso Giorgia Meloni neo premier in un passo del suo discorso puntualizzò: “Quello che noi vogliamo fare è liberare le migliori energie di questa Nazione e garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza. E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati o fare scelte che potrebbero non essere comprese nell’immediato da alcuni cittadini, non ci tireremo indietro, perché il coraggio di certo non ci difetta”. Ecco le premesse di un nuovo perimetro politico ampio, riformista, centrista popolare e cattolico ci sono. Bisogna ora impegnarsi per valorizzare queste idee con programmi e personalità capaci di interpretare una nuova stagione politica per il Paese.