Durante il suo intervento alla seconda edizione del summit romano dell’European Institute of Innovation for Sustainability (EIIS), il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha ricordato che “Un’agricoltura forte contribuisce anche alla solidità delle democrazie perché l’efficienza della sua produttività garantisce lo stato di salute degli ecosistemi in cui i cittadini vivono”.
Le imprese agricole condividono con quelle dell’industria la principale delle sfide di oggi. “Siamo chiamati a pensare ad un nuovo modello produttivo, orientato verso filiere intelligenti che tengano insieme produttività e sostenibilità. Ecco perché, protagonisti di questa fase di grande cambiamento sono gli imprenditori professionali del settore, quelli che sanno esprimere competitività sul mercato”, ha spiegato Giansanti.
Il rinnovamento della filiera del cibo è un obiettivo reso ancora più complesso dai cambiamenti climatici e dalle ripercussioni ambientali ed economiche che questi hanno sulle colture. Ecco perché è fondamentale il contributo di tutti gli ambiti coinvolti nell’agroalimentare. Compreso quello della ricerca scientifica.
“Finalmente si torna a parlare di genetica vegetale e animale. Un discorso avviato in Italia nella prima metà del ‘900 e che oggi, insieme alla rivoluzione digitale già in corso, risulta centrale per selezionare produzioni che permettano di ridurre al massimo il consumo di risorse naturali”, ha aggiunto Giansanti.