Il Napoli vince il suo terzo scudetto a più di 800 chilometri di distanza da casa, pareggiando 1-1 contro l’Udinese, mentre in città l’ex San Paolo era sold out per i tifosi che si sono goduti lo spettacolo guardando la partita decisiva su dieci maxischermi allestiti nell’impianto. Dopo il successo della Lazio sul Sassuolo, per la certezza matematica serviva solo un punto ed è arrivato in Friuli per la banda di Spalletti, campione d’Italia con cinque turni d’anticipo. 33 anni e 5 giorni dopo il secondo dei due titoli dell’epoca Maradona, il tricolore torna all’ombra del Vesuvio coronando una stagione dominata in lungo e in largo dai partenopei. Si tratta del primo campionato vinto nell’era De Laurentiis, iniziata nell’estate del 2004, quando l’imprenditore rilevò il titolo sportivo del club dalla curatela fallimentare del tribunale di Napoli. Dalle ceneri la società azzurra è risorta risalendo in tre anni dalla Serie C alla A, prima di avviare una costante ascesa verso l’Olimpo del calcio nazionale. Tre trionfi in Coppa Italia, una Supercoppa e 13 (con la prossima 14) partecipazioni consecutive a Champions ed Europa League, unica squadra italiana ad avere in corso una striscia di qualificazioni così lunga: è il bottino raccolto che ora viene finalmente arricchito da quello scudetto sognato e accarezzato tante volte prima di diventare reale. Per questo momento la città si è preparata per mesi. Già a fine gennaio, mentre la squadra cominciava a fare il vuoto in classifica alle sue spalle, per le strade comparivano nastri colorati di azzurro. Era solo l’inizio di un’escalation che ha portato con il tempo a riempire ogni via, piazza e angolo di Napoli. E poco importa se il gol del granata Boulaye Dia, valso l’1-1 nel match con la Salernitana, ha annullato il primo match point per Di Lorenzo e compagni, rinviando il momento dell’esplosione di gioia. La gente partenopea, con immutato entusiasmo, ha vissuto questi ulteriori quattro giorni di attesa con trepidazione e speranza. Già dalle prime ore di questo pomeriggio, dalle vie del centro ai Quartieri Spagnoli, dal Vomero alla Sanità, le roccaforti del tifo sono state prese d’assalto per seguire, tutti uniti, il match di Udine. L’epicentro, naturalmente, a Fuorigrotta, con 55mila persone all’interno dello stadio anche se la squadra non gioca lì. Come accaduto nel 1990 la Lazio entra ancora, suo malgrado, nella festa del Napoli: oggi i biancocelesti sono stati l’ultima squadra ad arrendersi all’aritmetica, allora furono costretti a consegnare al San Paolo i punti decisivi agli azzurri che si laurearono campioni imponendosi 1-0 grazie a un gol di Baroni. Vincere sul proprio campo la partita decisiva per qualcuno forse avrà un sapore ancora più gustoso, ma questo, a Napoli, importa davvero a pochi: il tricolore è arrivato ed è l’unica cosa che conta. Aspettando la squadra che tornerà in città solo domani, per le strade sono già cominciati i caroselli.