La partecipazione obbligatoria dei lavoratori al processo gestionale della prevenzione sul lavoro diventa una certezza, così pure la promozione della salute sul lavoro non è da considerarsi più una scelta legata alla programmazione aziendale.
E’ quanto dall’Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali (OSMOA) dell’Università degli Studi di Salerno, illustrando i nuovi percorsi di garanzia per la salute e sicurezza sul lavoro, collegati alla ratifica ed esecuzione delle seguenti Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: a) Convenzione sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, n. 155, fatta a Ginevra il 22 giugno 1981, e relativo Protocollo, fatto a Ginevra il 20 giugno 2002; b) Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro, n. 187, fatta a Ginevra il 15 giugno 2006, da parte del Senato della Repubblica il 21 febbraio scorso, con cui ci si avvia alla creazione di un ambiente di lavoro sempre più sicuro e salubre, mediante un’azione progressiva e coordinata sia a livello nazionale che a livello di impresa, e con la piena partecipazione di tutte le parti interessate.
La strategia promossa in questi strumenti prevede azioni in quattro ambiti: – formulazione, attuazione e revisione periodica di una politica nazionale coerente in materia di salute, di sicurezza dei lavoratori e di ambiente di lavoro; – promozione del dialogo sociale mediante la partecipazione, la collaborazione e la cooperazione piena e a tutti i livelli dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle rispettive organizzazioni, nonché di tutte le altre persone interessate; – definizione delle funzioni, delle responsabilità, degli obblighi e dei rispettivi diritti degli interlocutori sociali; – sviluppo e diffusione delle conoscenze, istruzione, formazione e informazione.
Il Protocollo del 2002 relativo alla Convenzione n. 155 è uno strumento di rinforzo, il quale, se applicato, ha la capacità di migliorare i metodi di raccolta dei dati sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, a beneficio degli Stati membri. L’obiettivo del Protocollo, pertanto, non è soltanto il miglioramento dei metodi di raccolta e analisi dei dati sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, ma la garanzia delle partecipazione del lavoratori alla gestione della prevenzione, finora considerata “una concessione” da parte del datore di lavoro.
La Convenzione n. 187 del 2006 sul quadro promozionale per la sicurezza e la salute sul lavoro, invece, fornisce ulteriori indicazioni su come sviluppare la politica nazionale della prevenzione, prevista dall’articolo 4 della Convenzione n. 155, ed avviare un circolo virtuoso di miglioramenti basato sulla revisione periodica delle politiche e delle misure adottate.
L’obiettivo della Convenzione è il miglioramento continuo della sicurezza e salute sul lavoro. A tale scopo, il documento sottolinea la necessità di applicare un approccio sistemico alla gestione della sicurezza sul lavoro, di stabilire gradualmente una cultura nazionale di prevenzione in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, e di mantenere questo obiettivo a lungo termine, mediante iniziative permanenti di sensibilizzazione, formazione, istruzione e informazione.
Ai fini della ratifica di questi tre strumenti, occorre evidenziare che le disposizioni sopra riportate, come, peraltro, precisato dalle amministrazioni competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero della salute, Direzione generale per l’attività ispettiva, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e dalle organizzazioni datoriali e sindacali, non comportano modifiche alla legislazione nazionale. E non è poco.