CAGLIARI (ITALPRESS) – "La giornata del popolo sardo rappresenta un simbolo importante che ci richiama a riflettere su noi stessi, ad assumere una coscienza collettiva di nazione con la propria cultura, lingua, tradizioni e che vede, nell'evolversi dei secoli, una serie di tappe importanti. La nazione sarda oggi è di fronte a se stessa, alla propria storia, e può riflettere su come affrontare con una identità rinnovata una società globale come quella odierna. Riflettere sulla nostra identità non significa chiuderci, significa aprirci al mondo avendo consapevolezza di noi. Viva la Sardegna". Con queste parole il Presidente della Regione Christian Solinas ha inaugurato stamani, al Catello di San Michele, la mostra fotografica "Castelli medievali di Sardegna", aprendo così ufficialmente i festeggiamenti per Sa Die de Sa Sardigna, di cui quest'anno ricorre il trentennale. Prima di recarsi alla Santa Messa in Cattedrale il Presidente Solinas è intervenuto in Consiglio regionale. Nel corso del suo intervento, tenuto interamente in lingua sarda, il Presidente ha evidenziato l'importanza della giornata di festa contestualizzandola rispetto al momento storico che stiamo vivendo e alle sfide future, ma anche rispetto all'agenda politica nazionale. "Ci troviamo alla vigilia di una importante riforma sulle autonomie differenziate, la cosiddetta riforma Calderoli, che vede innalzarsi un muro contro perché si sta facendo strada un sentimento di malcelato conservatorismo di gattopardiana memoria – ha spiegato il Presidente Solinas – Eppure sarebbe questa l'occasione per affermare la nostra integrità di popolo, rivendicando i nostri diritti storici uniti e coesi, superando le differenze che esistono in tutte le società democratiche, per avanzare una proposta non subalterna, per una politica sarda che esalti la nostra identità, il nostro diritto a essere protagonisti reali dello sviluppo dell'Isola, il nostro diritto a non emigrare, il nostro diritto sacro a essere padroni della nostra terra e del nostro futuro". "Depimus recuperare su significadu prenu, chi s'est isboidadu in su tempus, de paràulas 'autonomia', 'autodeterminatzione', 'soberania territoriale' pro mobilitare e cungregare sas cussèntzias de sos sardos isvilupende unu protzessu virtuosu fatu de progetualidade, coerèntzia, partetzipatzione, unidade de pòpulu e rapresentàntzia sua" – "Dobbiamo recuperare il significato pieno, andatosi a svuotare nel tempo, di parole come autonomia, autodeterminazione, sovranità territoriale per mobilitare e aggregare le coscienze dei sardi sviluppando un processo virtuoso fatto di progettualità, coerenza, partecipazione, unità di popolo e sua rappresentanza – ha detto il Presidente evidenziando la necessità "di essere sovrani nei progetti, nelle scelte, nel governo dell'Isola". Un'esigenza questa, che secondo il Presidente, "si rende ancor più necessaria al fine di rivendicare positivamente e attualizzare il valore della nostra specialità per richiedere il massimo della competenza legislativa esclusiva per far valere le ragioni dell'inscindibile connubio tra specialità e governo dell'autonomia. In questo – ha proseguito il Presidente – si afferma la distinzione fra regioni a statuto differenziato e regioni a statuto speciale. Il regionalismo differenziato si muove nel sistema tradizionale di autonomia intesa nel senso statalista quindi in forma ottriata. La specialità si ispira e trae forza e vitalità dalla matrice dei sistemi federali, dove non si valuta quantitativamente l'ampiezza dell'autonomia, ma assume rilievo la compatibilità dei diversi livelli di governo entrambi autonomi e sovrani e vi è una cessione di sovranità del livello regionale solo per poche limitate e determinate materie non gestibili a livello locale". Dopo aver partecipato alla Santa Messa in Cattedrale di Cagliari, nel pomeriggio il Presidente interverrà Conferenza internazionale dell'emigrazione sarda, in programma oggi e domani. In serata a Sassari, parteciperà alla rievocazione storica: "1796 – Alternos, Giovanni Maria Angioy", un altro importante appuntamento organizzato per la Giornata dell'orgoglio sardo, che nel corso di 27 anni di celebrazioni (la prima edizione è del 1996), fra alti e bassi, ha mantenuto sempre immutata la magia di un sentimento nazionale dei sardi che, come ha evidenziato il Presidente, ancora oggi costituisce il collante morale e spirituale del nostro sentirci popolo e nazione sarda. "Trent'anni sono un periodo lungo in politica, quasi un'epoca – ha evidenziato il Presidente – Eppure dal quel giorno che vide la luce la legge di Sa Die, ancora oggi ci troviamo con gli stessi sentimenti, la stessa determinazione e la stessa fermezza nel difendere i diritti inalienabili del nostro popolo, orgogliosi delle nostre radici, forti del grande lascito della nostra ultramillenaria cultura, commossi e fieri di essere popolo e nazione sarda. Viva la Sardegna, viva il popolo sardo. Fortza Paris", ha concluso il Presidente Solinas. foto: agenziafotogramma.it (ITALPRESS). tvi/com 28-Apr-23 13:37