Un pasticcio veramente inspiegabile se non con due ipotesi. O qualcuno nella maggioranza si è dimenticato che per approvare lo scostamento di Bilancio serve la maggioranza assoluta e non quella relativa.
Oppure qualcuno nella coalizione voleva costringere Giorgia Meloni a spostare il Consiglio dei ministri previsto il 1° Maggio togliendole così un effetto comunicativo di sicuro impatto.
Come che sia, il Governo ha subito messo una toppa, approvando una nuova relazione che sarà votata dai due rami del Parlamento. Meloni ha confermato che nulla cambia della sua agenda e che il Primo maggio il governo varerà il taglio del cuneo fiscale e ha ammesso la brutta figura della coalizione che la sostiene. Che lezione trarre da questo scivolone?
Il Governo alla Camera ha una maggioranza solida, almeno 36 voti in più rispetto ai 201 necessari per approvare lo scostamento di Bilancio. Con un margine così ampio i Capigruppo dei partiti di Governo avrebbero dovuto usare quella che gli americani chiamano la “frusta” e fare in modo che non mancassero i sei voti che invece non si sono trovati. Ma evidentemente hanno sbagliato i conti. E lo hanno fatto non su un provvedimento qualsiasi ma sul testo basilare per la politica di Bilancio del Governo. Insomma è molto grave.
Ma siccome “a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca”, come diceva Andreotti, non si può escludere l’ipotesi che qualcuno abbia tentato di far fare una figuraccia a Giorgia Meloni costringendola a rinviare il Consiglio dei Ministri del Primo Maggio.
Dopo 6 mesi di vita il Presidente del Consiglio forse farebbe bene a rimettere un po’ di ordine nella maggioranza; troppe dichiarazioni a vanvera anche da parte di ministri, troppe parole in libertà e ora troppa leggerezza nella gestione dei voti in Parlamento. Insomma sarebbe ora di dire basta. Un po’ di…. Legge e ordine. O no?