giovedì, 14 Novembre, 2024
Sanità

Pochi italiani donatori di organi. Troppi pregiudizi e disinformazione

8000 persone in attesa di trapianto.Ne muoiono 12 al giorno

Sono state centinaia le iniziative in tutta Italia e migliaia gli appelli promossi sui social dalle istituzioni, dalle aziende ospedaliere e sanitarie, da tantissimi sindaci, da personalità della cultura e dello spettacolo e dalle associazioni del terzo settore in occasione della ventiseiesima Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti per ricordate a tutti che donare i nostri organi post mortem a noi non costa nulla, ma può salvare la vita di tantissimi. Sono circa 8.000 le persone in attesa di trapianto in Italia: 5.800 attendono un nuovo rene, 1.000 un fegato, 700 un cuore, 300 un polmone, 200 un pancreas e 5 l’intestino. Dodici al giorno muoiono aspettando un organo. Ma gli italiani che donano sono ancora molto pochi. Solo 12 milioni di concittadini si sono iscritti al Registro Nazionale delle donazioni, circa 7 milioni sono palesemente contrari e 40 milioni non si sono espressi.

Come si diventa donatori

Per essere donatori è necessario dichiarare esplicitamente il proprio consenso al prelievo degli organi dopo la morte, una scelta di solidarietà sociale di cui tutti possiamo beneficiare, anche perché è statisticamente più probabile avere bisogno di un trapianto che morire nelle condizioni per donare effettivamente un organo.

Basta dare il proprio consenso all’ufficio anagrafe del proprio Comune di residenza al momento del rinnovo della carta d’identità elettronica, oppure registrarsi online, con lo Spid, utilizzando il servizio offerto dall’Aido, l’Associazione italiana donatori organi. Tutte le informazioni sono sul sito www.sceglididonare.it. “L’Italia è il paese con la legislazione più rigorosa e garantista in materia di accertamento della morte cerebrale – fa sapere Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti -, per cui i timori che molte persone hanno rispetto alla donazione sono del tutto infondati”.

La Chiesa cattolica incoraggia le donazioni

Secondo un sondaggio di Eurobarometro il 55% degli italiani è favorevole alla donazione, ma il 27% è contrario. In Svezia, ad esempio, i favorevoli sono l’83%. Gli italiani che si oppongono spesso hanno scarse informazioni sugli accertamenti della morte o timore che gli organi possano essere “rubati” per il mercato nero tipico di altri Paesi con grosse sacche di povertà o errate convinzioni religiose, per cui il corpo debba essere obbligatoriamente mantenuto integro. In realtà, i trapianti sono accettati dalla Chiesa cattolica e la donazione è incoraggiata in quanto atto di carità. Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Evangelium Vitae” ha invitato la comunità cattolica a interessarsi a realtà nuove che a volte trovano una certa resistenza nei credenti.

Si può donare anche in vita

Esistono poi le donazioni in vita, che normalmente avvengono solo tra consanguinei o persone affettivamente correlate. “Chi dona salva la vita degli altri senza cambiare la propria” è il claim scelto da Irccs Ismett-Upmc (Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione) per la campagna che fornisce informazioni scientifiche precise e che condivide buone pratiche, puntando soprattutto sulla testimonianza diretta di alcuni donatori che con il loro gesto hanno salvato vite umane, dimostrando che la pratica è sicura per il donatore, la cui vita torna alla normalità in poche settimane. “Stimolare una riflessione attorno al tema e diffondere informazioni corrette riguardo l’espianto di organi da donatore in vita – ha dichiarato Angelo Luca, direttore di Irccs Ismett-Upmc e Vp Health services, scientific and medical director, Upcm Italy – è per noi una priorità. Da anni, infatti, lavoriamo in sinergia con i centri per incentivare pratiche sicure, innovative, efficaci ed efficienti che possano migliorare la vita e la salute delle persone”.

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