Il 2022 in tutta Europa è stato l’anno più caldo mai registrato, secondo solo al 2020, l’anno record per le alte temperature. Lo certifica il report appena presentato “European State of the Climate 2022” di Copernicus, programma di monitoraggio e osservazione della Terra dell’Ue, secondo il quale “i 10 anni più caldi registrati in Europa si sono verificati tutti a partire dal 2000, mentre i 5 anni più caldi si sono verificati tutti dal 2014”.
Le cause della tendenza al riscaldamento globale le conosciamo e sono per lo più legate alle emissioni di gas serra, di cui gli incendi estivi sono una delle concause. Secondo i nuovi dati sullo stato del clima europeo, le emissioni di anidride carbonica legate ai roghi boschivi hanno toccato il massimo da vent’anni in alcune regioni del Continente: “Temperature estive mai così elevate, l’anno scorso il più secco di sempre”, si legge nel report, che prosegue: “Nei Paesi europei le emissioni totali stimate per l’estate del 2022 sono state le più elevate dal 2007. Francia, Spagna, Germania e Slovenia, inoltre hanno registrato le emissioni di incendi boschivi estivi più elevate degli ultimi 20 anni. In Europa sudoccidentale si sono manifestati alcuni dei più vasti incendi mai registrati nell’intero Continente”.
Siccità ai massimi storici
Il 2022 è, rilevano ancora gli scienziati di Copernicus, è stato l’anno più secco mai registrato, con il 63% dei fiumi europei che ha registrato flussi inferiori alla media degli ultimi decenni. “L’umidità del suolo – scrivono gli autori dello studio – è stata la seconda più bassa degli ultimi 50 anni. Solamente aree isolate sono state caratterizzate da condizioni di umidità del suolo superiori alla media”. Il flusso fluviale dell’Europa è stato il secondo più basso mai registrato ed è stato il sesto anno consecutivo con flussi inferiori alla media. Tali cambiamenti – commentano gli studiosi – possono influenzare negativamente moltissimi aspetti legati alla natura e alla società, provocando conseguenze negative su ambiti che possono spaziare dall’agricoltura all’energia fino al trasporto fluviale. Le alte temperature rappresentano un rischio per la salute umana. Gli indici di stress da calore costituiscono il modo in cui il corpo umano risponde all’impatto di diversi ambienti termici”.
Ghiacciai nelle Alpi sempre più ridimensionati
La carenza di neve invernale e le elevate temperature estive hanno determinato una perdita record di ghiaccio nelle Alpi, che ha superato i cinque chilometri cubici di massa ghiacciata fusa. “In molte aree europee – scrive il rapporto elaborato sui dati della missione Copernicus cogestita da ESA e Commissione europea – sono stati registrati fino a 30 giorni di nevicate in meno rispetto alla media elaborata sulla base dei record storici. Anche le precipitazioni primaverili sono state inferiori comparate alle aspettative per gran parte del continente”.
Un trend inquietante
L’obiettivo centrale dello studio è informare le istituzioni, i decisori politici e i semplici cittadini europei sull’impatto dei cambiamenti climatici in modo chiaro ed esaustivo, favorendo lo sviluppo di misure atte a contrastare il riscaldamento globale. I dati, elaborati dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) per conto della Commissione europea, evidenziano una situazione drammatica, con un trend di peggioramento legato alla costante immissione di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra (come il metano) nell’atmosfera terrestre.