“L’adozione dei due decreti per contrastare il lavoro sommerso ha un duplice valore perché da una parte essi costituiscono un presidio trasversale nella prosecuzione di un’azione necessaria per il miglioramento del mercato del lavoro in Italia, in termini di legalità, tutela dei diritti dei lavoratori e concorrenza leale tra le imprese. Dall’altra riconosce il lavoro degli uffici del ministero nel conseguire, in anticipo rispetto alle scadenze, gli obiettivi previsti per il Dicastero dal PNRR”. Queste le parole del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, dopo aver approvato e firmato i due decreti per fronteggiare il fenomeno del lavoro in nero. Entrando nel dettaglio dei provvedimenti, il D.M. n. 57 del 6 aprile 2023 istituisce il Comitato Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso, a cui è affidato il compito sia di coordinare e monitorare la messa a terra delle attività programmate nel Piano Nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso, entrato in vigore il 21 dicembre 2022 e aggiornato con il D.M. n. 58 del 6 aprile 2023, che di vigilare sul rispetto della road map attuativa allegata al decreto stesso. A presiedere il Comitato è il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (o un suo delegato) e nella sua composizione si prevedono rappresentanti del ministero stesso, coinvolti per competenza nell’attuazione del Piano, del ministero dell’Interno, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Inl, dell’Inps, dell’Inail, dell’Anpal, della Banca d’Italia, dell’Istat, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e della Conferenza delle Regioni, con il supporto tecnico dell’Inapp. Del Comitato fanno altresì parte esperti nominati dal ministro in possesso di particolare competenza ed esperienza, oltre che dieci rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative a livello nazionale. Con un approccio multi-agenzia, il Comitato interagirà con le task force e i gruppi di lavoro cui è demandata per competenza l’attuazione delle specifiche linee d’azione; presidierà l’avanzamento dei lavori per la costruzione e il monitoraggio degli indicatori relativi alla media annuale del numero di accessi ispettivi effettuati in materia di lavoro e all’incidenza del lavoro sommerso, assicurando infine le necessarie connessioni con il Tavolo nazionale sul caporalato. Le prime attività da monitorare per il Comitato, al suo insediamento, saranno: la costituzione di un gruppo di lavoro a presidio dell’interoperabilità tra i sistemi informativi dei diversi enti, detentori a vario titolo di dati relativi al fenomeno del lavoro sommerso; la formazione degli Ispettori neoassunti e costituzione di una task force ministeriale che si avvalga del Tavolo operativo nazionale per la pianificazione operativa della vigilanza; l’avvio della Piattaforma Inps per interventi di compliance e sviluppo di un Indicatore Sintetico dell’Affidabilità Contributiva (ISAC); l’attività di formazione specifica sul lavoro sommerso rivolta i Centri per l’Impiego; la campagna informativa di contrasto al lavoro sommerso; l’elaborazione di proposte normative: per la modifica degli importi relativi alla sanzione amministrativa per appalto illecito; per la parità di trattamento tra dipendenti dell’appaltatore e del sub-appaltatore.