lunedì, 23 Dicembre, 2024
Regioni

Incontro Abi a Bari sulle priorità del terrirorio pugliese

BARI (ITALPRESS) – È andata in scena nel salone "San Nicola" della Camera di Commercio di Bari la tappa degli Incontri Abi per lo Sviluppo del territorio, evento organizzato dall'Associazione Bancaria Italiana. Il convegno ha visto vertici dell'Abi, esponenti locali e nazionali del mondo bancario e vertici regionali delle associazioni d'impresa dialogare sulle priorità per il territorio pugliese, con l'obiettivo di fotografare l'attuale congiuntura, analizzare il rapporto tra banche e mondo produttivo e ragionare sulle possibilità di una sempre maggior sinergia e vicinanza mondo bancario e mondo delle imprese. Tra gli altri, vi hanno partecipato il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, in video, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il presidente dell'Abi Antonio Patuelli. "Con il presidente Patuelli e il direttore generale Sabatini – ha affermato Fitto – abbiamo avuto modo di avere diverse occasioni di confronto sui temi più propri dell'azione di Governo e sulle esigenze sulle quali poter avviare una fase di raccordo operativo anche con il sistema bancario. È importante collaborare, soprattutto perché esso rappresenta uno dei punti di riferimento essenziali dal punto di vista economico per un rilancio dei nostri territori e della nostra economia. Il momento che viviamo è complesso, siamo in una fase di verifica, aggiornamento e rimodulazione del Pnrr, abbiamo la necessità di mettere in campo un sistema di dialogo e interlocuzione dei diversi attori dei territori e quindi l'iniziativa di oggi è sicuramente molto positiva". "Il sistema bancario – ha aggiunto – è stato uno dei punti di riferimento in modo efficace, va sottolineato, durante una fase drammatica per il nostro Paese, quella della pandemia. Anche per questo rappresenta un interlocutore decisivo per l'azione del Governo. Il confronto procederà nei prossimi giorni e sono convinto che insieme all'Abi avremo la possibilità di immaginare strumenti e soluzioni che possono rafforzare e rendere molto più competitive e innovative, in un momento complesso come quello che viviamo, le nostre imprese". "La Regione Puglia – ha dichiarato il governatore Emiliano – ha cercato in tutti i modi, riuscendoci, a sostenere le imprese nelle loro attività. Abbiamo cercato, assieme al sistema bancario, di mettere in campo tutto ciò che era possibile per sostenere gli investimenti in economia reale. Abbiamo investito risorse da fondi che in questo momento sono messi in discussione nella distribuzione alle regioni da parte del Governo, che immagina di completare il Pnrr con l'utilizzo del Fondo di Sviluppo e Coesione e dei fondi europei di competenza delle regioni. Noi, grazie a queste risorse, abbiamo promosso investimenti per 7,3 miliardi di euro". "La Commissione europea – ha proseguito – ha già detto al ministro Fitto che i fondi europei sono regionali. Se noi non li utilizziamo dandoli alle imprese, ma per completare il Pnrr, mi viene da domandarmi: non è che per caso c'è un problema di finanza pubblica così grande da non poter essere confessato? Se lo Stato ha un rating che non è quello che dovrebbe essere e lo sta nascondendo e c'è un problema di finanza, quest'ultimo dobbiamo caricarcelo tutti in trasparenza e con chiarezza, in modo tale che io possa dire a imprese e banche che non c'è spazio per investimenti". "Nel Pnrr", ha concluso il presidente, "per una scelta che non è di questo Governo, le regioni non ci sono. Eppure mentre la Puglia è la prima regione italiana per capacità di utilizzo dei fondi europei e dell'Fsc, i ministeri sono alla metà della capacità di investimento delle regioni. Tenere fuori le regioni dal Pnrr è stato un errore al quale stiamo sommando un errore ancora più grave, quello di accentrare Pnrr, Fsc e fondi europei sotto la presidenza del Consiglio dei ministri e creare un imbuto di investimenti mostruoso. Già adesso abbiamo perso mesi: è bastato dire che il Pnrr andava rinegoziato per fermare tutti i sindaci, che già avevano paura di indebitarsi". "A spingerci a fare questi incontri – ha raccontato Patuelli – è la possibilità di avere un rapporto diretto non di affari o di lavoro, ma di verifica tra banche e associazioni economiche rappresentative di interessi legittimi importanti che dialogano quotidianamente in via riservata delle singole vicende economiche e che è bene facciano il punto sull'evoluzione di questi rapporti, è molto importante. E noi, dopo gli anni della pandemia, abbiamo deciso di riprendere e di farlo dalla Puglia, perché è una zona di grandissimo rilievi, su cui noi abbiamo grandi aspettative". "Noi – ha aggiunto – eravamo comunque chiamati a rivedere il patto di stabilità e crescita, perché aveva superato i 30 anni di vita. Quando fu immaginato, prima di Maastricht, che ne ha dato l'avvio, eravamo in un mondo tutto diverso. L'Unione europea aveva degli obiettivi, l'euro era ancora un sogno. In 30 anni molto è cambiato. Poi ci sono stati gli anni della pandemia, che hanno visto sospendere in termini assoluti il patto e quindi i limiti all'indebitamento pubblico. Ora nasce una nuova costituzione finanziaria dell'Unione europea, il nuovo patto di stabilità e crescita, che io preferirei si chiamasse patto di crescita e di stabilità: senza la crescita, è più difficile ottenere la stabilità, la solidità e gli equilibri dei conti pubblici". – foto: xa2/Italpress (ITALPRESS). xa2/pc/red 13-Apr-23 13:34

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