domenica, 24 Novembre, 2024
Politica

Macron il temerario e il doppio regalo a Putin e Xi

Coraggioso in politica interna, temerario in politica estera. Macron, al secondo e ultimo mandato presidenziale, lancia le sue sfide senza curarsi troppo delle conseguenze. Ma mentre sulla riforma delle pensioni ha ragioni da vendere e si comporta da statista lungimirante che pensa al futuro del suo Paese, sulle strategia internazionali la sua visione risulta contraddittoria e rischia di essere velleitaria.
Le sue dichiarazioni tra le nuvole d’alta quota al rientro da Pechino sono sconcertanti. Esse pongono serie ipoteche sulle relazioni transatlantiche e possono costituire un doppio regalo. A Putin e a Xi.
Al Cremlino fa piacere registrare la prima importante crepa nell’Alleanza Atlantica che il despota russo considera la bestia nera incubo dei suoi sonni e ostacolo insormontabile al suo disegno imperiale revanscista. E questo avviene alla vigilia di una possibile svolta cruciale nel conflitto con l’Ucraina
Alle orecchie di Xi le parole di Macron suonano come musica graditissima. La posizione francese potrebbe agevolare il tentativo cinese di seminare zizzania tra l’Unione europea e gli Stati Uniti per indebolire Washington anche nella prospettiva di una riconquista armata di Taiwan.

Insomma Macron ha fatto un capolavoro. Come possa pensare che in questo modo egli stia curando gli interessi dell’Europa è davvero incomprensibile. Forse farà gli interessi delle aziende francesi, forse acquisirà meriti agli occhi dei nazionalisti di casa sua , ma sicuramente non passerà alla storia per aver impostato una strategia vincente per l’Occidente nel suo complesso. Un Occidente diviso è un Occidente perdente.

Il risentimento di Parigi

La Francia non ha mai digerito gli accordi militari (AUKUS) tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito in funzione anticinese da cui fu esclusa e che portarono all’annullamento di una commessa da 30 miliardi di euro per la costruzione di sommergibili nucleari di Parigi da vendere all’Australia. Macron richiamò perfino gli ambasciatori da Washington e Canberra. L’incidente sembrava definitivamente risolto. Ma con le sue dichiarazioni Macron dimostra che il suo risentimento è rimasto intatto. Basta il risentimento per giustificare una posizione così clamorosamente di rottura degli equilibri nell’Occidente?

Sovranità europea o Grandeur francese

Davvero Macron si illude di poter diventare lo stratega di quella che chiama sovranità europea e che altro non è che la velleitaria estensione della grandeur francese, forte della sua force de frappe nucleare ma debole nei fatti rispetto all’insieme di altri 26 Paesi europei e di altri 30 membri dell’Alleanza Atlantica che non la pensano come lui?
La Francia è il Paese europeo che meno ha fatto per aiutare l’Ucraina. Nel frattempo, però, il capo dell’Eliseo ha sprecato ore e ore al telefono con Putin illudendosi di ammorbidire lo zar e trovandosi tra le mani un pugno di …mosche. Paradossalmente ha portato a casa qualche risultato più Erdogan di lui. Ora il Presidente francese prova a ballare da solo nei confronti della Cina. Vuole forse la sua parte nella Via della Seta, magari sostituendosi all’Italia che, come sperabile , non rinnoverà a cuor leggero quello scellerato accordo? Beh come strategia non è un granché…

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