Varo lampo in Consiglio dei ministri per il Documento di economia e finanza. A spingere sui tempi altri argomenti entrati di impeto nel Cdm.
Tra questi la dichiarazione dello stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, in seguito alla ondata dei migranti sbarcati sulle coste italiane deliberato su proposta del ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci.
Crescita sul filo dell’1%
Il Def avrà la difficile missione di mantenere la bussola della politica economica in acque mosse. Giorgia Meloni e del ministro dell’economia e finanze Giancarlo Giorgetti, assicurano che la crescita aggancerà l’1% mentre il deficit si stabilizzerà sul 4,5%. Gli aggiustamenti di decimali sono stati fatti nelle ultime ore, la stima prudenziale del Pil era allo 0,9% così come il deficit era stato posizionato al 4,35%. Il Governo per il prossimo anno, invece, ha alzato la soglia prevedendo un Pil che toccherà l’1,4% e il deficit nel 2024 si attesterà sul 3%.
Economia, segni di vitalità
Il via libera è stato sostenuto da una nota del Ministero dell’economia che sintetizza il pensiero del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti.
“Il Def tiene conto di un quadro economico-finanziario”, puntualizza il testo, “che, nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, rimane incerto e rischioso a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale”.
Per il Governo , inoltre, “in questo contesto, l’economia italiana continua a mostrare una notevole dose di resilienza e vitalità”.
Tre miliardi per taglio cuneo
L’esecutivo Meloni ha previsto di sostenere il taglio del cuneo fiscale.
Una capienza di tre miliardi che per il Cdm saranno di aiuto alle famiglie e a rilanciare i consumi. “A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre”, sottolinea la nota del Mef, “con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso”. Secondo le premesse del Cdm il taglio dei contributi sociali, “sosterrà il potere di acquisto delle famiglie e allo stesso tempo”, spiega il ministero, “contribuirà alla moderazione della crescita salariale”, contro “una pericolosa spirale salari-prezzi”.
Bilancio e calo delle nascite
“Per rendere il nostro Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta soltanto il Piano nazionale di ripresa”, puntualizza ancora il Ministero dell’Economia e delle Finanze, “il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del Pnrr”. Secondo il Mef, “è necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso di quello del Piano e che consenta di creare condizioni adeguate a evitare nuove fiammate inflazionistiche. È questo un tema che deve essere affrontato non solo in Italia, ma anche in Europa”. Oltre ai numeri il premier ha posto il problema del calo democratico e sulla necessità di valutare le iniziative da mettere in campo. “Dalla prossima legge di bilancio“, evidenzia il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “bisogna porsi con concretezza il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate”.
Migranti, stato di emergenza
Deliberato sotto la spinta dell’eccezionale incremento dei flussi di migranti, lo stato d emergenza nazionale, avrà la durata di sei mesi, e come sostegno il Governo ha deciso un primo finanziamento di 5 milioni di euro. “Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ben consapevoli”, puntualizza il Ministro Musumeci, “della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea”.
Multe contro i vandali dei beni culturali
Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok inoltre ad un disegno di legge, proposto dal Ministero della cultura, che prevede di intervenire contro gli atti di vandalismo sulle opere d’arte. Nel documento sono indicate le: “disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”. Le multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali” ed altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”. Il provvedimento destina i proventi delle multe al Mic in modo che siano impiegati per il “ripristino dei beni”.
Via libera al Ddl capitali
Sale da 500 milioni a 1 miliardo di euro la soglia per la classificazione delle Pmi quotate in borsa o nei mercati regolamentati.
Ok anche alla dematerializzazione delle quote di Pmi, che potranno “esistere in forma scritturale”, come previsto dal Testo unifico finanza. L’educazione finanziaria diventa programma nelle scuole al pari dell’educazione civica.
Enti, presto le nomine
Infine nel Cdm anche se non discusse sarebbero state raggiunte le intese sul rinnovo di vertici nelle aziende partecipate di Stato. Le affermazioni arrivano dal vicepremier Matteo Salvini. “Ieri ho sentito più volte Giorgia Meloni, ieri l’altro pure, chiuderemo in totale serenità “, racconta il leader della Lega a chi gli chiede di eventuali tensioni all’interno della maggioranza di Governo. Per Salvini le ricostruzioni circa dissapori nell’Esecutivo sono “fantasiose”.