venerdì, 15 Novembre, 2024
Politica

La fragile unità del Pd di Schlein, segretaria tira-dritto

Quanto durerà? La retorica sull’unità del partito era un atto dovuto, all’indomani dell’elezione a sorpresa della nuova segretaria. Ma di retorica si trattava. Perché alla prova dei fatti, il Pd si sta dimostrando tutt’altro che compatto. Le scelte di Schlein sembrano andare in una direzione che inevitabilmente porterà a frizioni, scricchiolii e, forse, anche a qualche esodo.
Sono questioni di linea politica e di gestione del partito. La linea è sempre più solo di sinistra e sempre meno anche di centro. La gestione di profila sempre più chiusa a chi non è d’accordo con lei.

Schlein ha scelto come capigruppo parlamentari due fedelissimi senza lasciare alcun margine alla minoranza interna, che tanto minoranza non è visto il 46% ottenuto da Bonaccini. Sarebbe bastato che almeno uno dei due capigruppo fosse stato concordato insieme al Presidente per dimostrare un vero intento unitario. Ma Elly va dritto per la sua strada. E ben poco c’è da aspettarsi sulle nomine in segreteria. La segretaria non vuole avere bastoni tra le ruote e intende marciare con chi è d’accordo lei senza pazientare a trovare mediazioni.

I primi mugugni cominciano a circolare anche se ancora non prendono corpo ufficialmente.

Poi c’è una questione di linea politica che rischia di esporre Schlein ad un doppio rischio: scontentare l’ala moderata del partito e insieme irritare quella di ispirazione cattolica, aree che non sempre coincidono ma che potrebbero sommare il loro dissenso.

L’ala moderata poco gradisce l’apertura ai 5Stelle di cui si fa paladino soprattutto il capogruppo Boccia. Il Pd dovrebbe competere non allearsi con il partito di Conte, per non trovarsi nell’ imbarazzo di dover inseguire l’avvocato su temi agitati con abile demagogia, populismo e spregiudicatezza come sta avvenendo soprattutto sulla guerra in Ucraina.

E poi c’è la componente di ispirazione cattolica che assiste con fastidio al delinearsi di un’offensiva su temi etici che non sembra tener conto delle sensibilità della cultura politica cattolica.

Insomma il piglio decisionista di Schlein rischia di creare più problemi di quanti non ne risolva in un partito che rischia, ancora una volta perdere pezzi.

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