L’artista italo-egiziano Omar Hassan espone per la prima volta a Palermo nella Sala Duca di Montalto all’interno di Palazzo Reale la sua mostra “Punctum”. Tra le prime opere che si possono ammirare spicca una coraggiosa reinterpretazione della Nike di Samotracia “in dolce attesa” che inneggia alla Pace. “Da anni riflettevo su quest’opera, ma serviva un luogo come Palazzo Reale di Palermo. La Nike Praegnans è simbolo della vittoria, ma anche della libertà in un mondo caratterizzato da contraddizioni e guerre. La Nike rinnova la sua rappresentazione e simboleggia la Pace”, così si è espresso l’artista durante la conferenza stampa di presentazione di Punctum. Omar Hassan a soli 19 anni interrompe improvvisamente la sua carriera sportiva da pugile professionista, quando scopre di avere il diabete.
Grazie alla sua grande passione per l’arte contemporanea, Omar inizia a dipingere ed entra all’Accademia di Brera e a soli 23 anni organizza la sua prima personale mostra alla Fabbrica Eos a Milano per poi proseguire con numerose esposizioni in Italia, a Milano a Napoli, alla Biennale di Venezia ed anche all’estero, Tokyo, Londra, New York, Miami, Singapore e Berlino. Omar Hassan, classe 1987, figlio di madre italiana, cristiano-cattolica e di padre egiziano, musulmano, è cresciuto in mezzo a due culture differenti che lo hanno predisposto al confronto, alla tolleranza e al nuovo. Per cui l’ubicazione di “Punctum” a Palazzo Reale appare l’habitat più adatto, fabbrica di idee sin dai tempi di Federico II, simbolo per antonomasia dell’integrazione tra culture. L’inedita mostra, visibile fino al primo ottobre 2023, è frutto di un dialogo autentico sull’asse Milano-Palermo tra l’artista italo-egiziano e la stessa Fondazione Federico II.
L’arte di Omar, in cui non c’è distinzione tra pittura e scultura, è in costante sperimentazione ed esplora lo spazio interstiziale tra classicità e contemporaneità, connettendo passato, presente e futuro. Le suggestioni di Palazzo Reale hanno stimolato in Omar un impulso artistico che si concretizza nella realizzazione di 8 Lights, Autoritratto, Pax, Triloquio, No Filter, la Nona IX e la Mappa di Palermo. Gaetano Galvagno, Presidente della Fondazione Federico II (Organo culturale e informativo dell’Assemblea Regionale Siciliana), ha affermato: “Abbiamo voluto Omar Hassan perché è testimone dell’arte del nostro tempo. Noi come Fondazione Federico II abbiamo la responsabilità quotidiana di mantenere contemporaneo un Palazzo che è Patrimonio dell’Unesco e che già in passato fu contraddistinto da un impulso creativo sempre rivolto in avanti. Credo che, dal suo punto di vista, Omar Hassan abbia accettato la sfida per la stessa ragione.
Palazzo Reale è, infatti, il luogo ideale per mettere in dialogo passato, presente e futuro ed esprimere la sua arte piena di azione ed energia, capace di essere contemporanea, pur accogliendo e rielaborando la tradizione dell’arte classica”. Il Direttore Generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, ha dichiarato: “Punctum è l’insofferenza ad accettare pigramente un’idea dell’arte che rinuncia ad esprimersi con energia per addentrarsi in uno sperimentalismo creativo che diviene leva critica per aprire gli occhi sulla realtà. Il titolo della mostra nasce da una prospettiva condivisa dalla Fondazione Federico II con l’artista per concepire le mostre come reazione ad una tendenza allarmante di resa dell’arte a quella densità che non tocca più in profondità”. L’artista in piena evoluzione, oggi approda a Palermo anche con la creazione di “Mappe” tradotte in opere. La Mappa di Palermo è composta da 8.928 tappi di bombolette spray dipinti ad uno ad uno; l’opera non è solo il riferimento geografico di uno dei suoi arrivi artistici, ma è anche un omaggio al valore del singolo come parte di un insieme sereno e armonico, ognuno di uguale importanza, ciascuno nella sua essenzialità; a tal proposito Omar osserva: “Nelle grandi città c’è una netta distinzione tra centro e periferie. A Palermo, il centro e alcuni quartieri non facili sono quasi confinanti. Credo sia un primo sintomo di integrazione”.
Un catalogo ufficiale della mostra, edito dalla Fondazione Federico II, contiene un dialogo esclusivo con Omar Hassan, ribattezzato “INSIDE OMAR”; un estratto del dialogo, in versione video-intervista, è proiettato all’ingresso della mostra e accompagna il fruitore nella conoscenza dell’artista e della sua arte; egli racconta come è riuscito ad alzarsi da una di quelle panchine di periferia dove altri potenziali talenti restano inespressi, generando solo “sogni seduti”. “A casa mia non portare risultati equivaleva ad essere fallito. Quando cadi, nella boxe come nella vita, devi subito rialzarti”, ha rivelato l’artista.