MILANO (ITALPRESS) – In Italia, secondo il report che l'ufficio studi di banca Ifis ha diffuso nel marzo 2022, la bicicletta conta 4 milioni di praticanti, tra amatori e professionisti. La Federazione ciclistica italiana nel 2021 ha registrato un incremento del 13% di tesseramenti rispetto all'anno precedente, superando i 70 mila iscritti. Il trend è in positivo da almeno tre anni e cresce anche il numero delle atlete tesserate con +11% dal 2017 ad oggi. Bicicletta vuol dire sport ma anche turismo e spostamenti green nelle città. L'indagine condotta in 28 paesi europei dall'Istituto di ricerca Ipsos nel 2022 ha rilevato un consenso internazionale sul ruolo delle bici per ridurre le emissioni di carbonio e il traffico. Secondo questa ricerca, il 49% degli italiani possiede una bicicletta da poter utilizzare per i propri spostamenti, ma soltanto il 10% la usa per raggiungere il posto di lavoro o studio. Questo è uno dei temi affrontati da Davide De Zan, giornalista e conduttore televisivo, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell'agenzia di stampa Italpress. In generale, il 37% degli italiani va in bici almeno una volta alla settimana anche se spesso per tragitti molto brevi. Solo il 13% dichiara, infatti, di usarla come mezzo di trasporto principale per un tragitto di due chilometri preferendo la camminata a piedi con il 42% e l'auto con il 29%. "La fatica è l'inevitabile compagna di viaggio di chi ama questo sport e la bici", ha affermato. "È il trait d'union – ha continuato – tra grandi campioni e amatori, da quelli più evoluti a coloro che si accontentano del classico giro la domenica. La differenza è che per il grande campione la fatica, oltre a essere una compagna di viaggio, è quell'elemento che fa capire il livello al quale arrivare. Il grande campione – ha proseguito – inevitabilmente, nel corso della sua carriera, se vuole vincere grandi gare, deve poco per volta abituarsi ad affrontare e superare livelli di fatica sempre più alti. È l'asticella che gli fa capire se un giorno potrà vincere o se è pronto ad affrontare un grande giro. Discorso diverso è, invece, per gli appassionati per cui la scelta della fatica da affrontare deve essere ponderata, facendosi consigliare dal proprio medico o dal proprio preparatore". Nel tempo c'è stato un cambiamento nel ciclismo, legato anche alla scienza. "L'origine di tutto – ha sottolineato – è merito di un corridore, Francesco Moser, quando ha deciso di intraprendere una missione che ai tempi sembrava impossibile: battere il record dell'ora di Eddy Merckx che era imbattuto da più di un decennio. Ha capito che la scienza in quel momento poteva aiutarlo ad affrontare e magari vincere una sfida che sembrava impossibile", ha aggiunto De Zan, parlando di uno "staff che metteva insieme medici, biomeccanici, nutrizionisti e biologi". Una grande innovazione: "Anche sul fronte della tecnologia applicata alla bici – ha spiegato -, perché nacque un attrezzo che non si era mai visto in precedenza e che permetteva una posizione che consentisse a Moser di essere più penetrante nell'aria". Per quanto riguarda l'alimentazione, "durante i giri le grandi squadre hanno una propria cucina, un proprio staff medico e un biologo o un dietologo o un nutrizionista che prepara la dieta personalizzata per ogni atleta a seconda del suo stato fisico, di quanto assorbe certi elementi, se è più o meno affaticato". In generale, per gestire la bicicletta "una cosa è fondamentale: la scelta della sella", ha evidenziato. "Spesso il ciclista della domenica – ha aggiunto – si innamora di un modello, di una bicicletta e di un colore, entra in un negozio e la compra senza fare attenzione al primo elemento sul quale il nostro corpo si appoggia. La sella è fondamentale: è come la scelta delle scarpe". – foto Italpress – (ITALPRESS). xa5/fsc/red 29-Mar-23 11:53