venerdì, 22 Novembre, 2024
Lavoro

Confartigianato: scuole tecniche trampolino per il lavoro. Più iscritti e occupazione stabile per i giovani

La crisi delle maestranze e dei tecnici introvabili può essere superata. Le speranze sono poste nei percorsi di istruzione tecnica e professionale che interessano 1 milione 292 mila studenti. Un numero pari al 48,8% degli alunni delle secondarie, con valori superiori al cinquanta per cento in Veneto con 56,8%, Emilia-Romagna con 56,0%, Lombardia con 52,2%, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte con 52,1% e Puglia con 50,8%.

Occupazione nel Made in Italy

“Un’alta qualità dell’offerta formativa di istruzione tecnica e professionale”, commenta Confartigianato, “è un requisito necessario per sostenere l’occupazione dei giovani nei settori tipici del made in Italy e armonizzare domanda e offerta di lavoro, come evidenziato nella elaborazione flash ‘Il calore dell’istruzione tecnica e professionale’, pubblicata venerdì scorso dall’Ufficio Studi con la Direzione Politiche sindacali e del lavoro di Confartigianato, integrata dall’Appendice statistica istruzione tecnica e professionale: dati per regione e provincia”.

Il ruolo del diploma tecnico

Alcune delle evidenze del report sono state esaminate da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, pubblicato nell’ultimo numero di Spirito Artigiano. “Le entrate previste con titolo secondario tecnico, qualifica o diploma professionale caratterizzano il 63,2% della domanda di lavoro delle imprese”, si illustra nello studio, “tra le maggiori regioni valori più elevati e superiori alla media in Toscana con 67,7%, Veneto con 66,7%, Puglia con 65,7%, Sicilia con 64,4% ed Emilia Romagna con 63,5%. Tra le maggiori province più elevata la domanda di personale con istruzione tecnica e professionale a Vicenza con 72,1%, Ancona con 70,7%, Perugia con 70,1%, Latina con 69,9%, Bolzano con 69,5%, Lecce con 68,7% e Treviso con 68,4%”.

Le maestranze introvabili

Risulta difficile da reperire 1 milione 377mila entrate con istruzione tecnico-professionale, pari al 42,0% delle entrate con questo livello di istruzione. “Più della metà delle domanda”, spiega la Confartigianato, “è di difficile reperimento per gli indirizzi di livello secondario di elettronica ed elettrotecnica (59,8%) e meccanica, meccatronica ed energia (56,2%) e tra le qualifiche di formazione o diploma professionale, per gli indirizzi di impianti termoidraulici (61,9%), elettrico (54,7%) e meccanico (51,5%). Per il 43,0% delle entrate di lavoratori con diploma tecnico secondario superiore o qualifica e diploma professionale è richiesta una elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, mentre nel 33,1% dei casi le imprese attribuiscono una elevata importanza alle competenze digitali”.

Lavoro e giovani diplomati

L’analisi dei dati annuali sul mercato del lavoro pubblicati nei giorni scorsi da Istat evidenzia una marcata crescita dell’occupazione dei giovani fino a 29 anni (+8,3%), trainata dai giovani occupati diplomati, saliti del 10,6% a fronte del +9,5% dei giovani laureati, mentre scende dello 0,7% l’occupazione dei giovani con basso titolo di studio. In crescita a doppia cifra (+14,8%) anche l’occupazione dei diplomati con meno di 25 anni. “È diffuso sul territorio il fenomeno del maggiore dinamismo dei giovani diplomati, più accentuato nel Nord Est con +15,7%, di sei punti superiore al +9,7% del totale giovani under 30, seguito da Centro con +9,5% (+9,9% totale under 30), Nord Ovest con +9,4% (+9,0% totale under 30) e Mezzogiorno con +7,4% (di 2,6 punti superiore al +4,8% totale under 30)”. Secondo la rilevazione Almadiploma 2023 si rileva una tendenza di lungo periodo di aumento dei contratti a tempo indeterminato, mentre le retribuzioni mensili nette nel 2022 segnano un aumento del +16,9% rispetto al 2018.

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