Durante il suo primo viaggio nella terra della foresta pluviale amazzonica, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha espresso sostegno per la creazione di nuovi territori per le comunità indigene. Indossando berretto bianco e camicia scura per il caldo, Lula, arrivando nellaregione di Raposa Serra do Sol, al confine con Venezuela e Guyana, si è rivolto a circa 2.000 indigeni con i volti dipinti ed indossando tradizionali copricapi di piume. Il presidente ha dichiarato di volere una rapida demarcazione delle loro terre prima che altre persone ne prendano il controllo, inventando documenti falsi per rivendicare i diritti di proprietà. “Dobbiamo cercare rapidamente di legalizzare ogni terra – ha affermato Lula – i cui studi (di demarcazione) sono quasi terminati in modo che gli indigeni possano prendere la terra che è loro”.
Tuttavia, il presidente si è fermato prima di annunciare effettivamente qualsiasi nuova designazione, molto attesa dagli indigeni e dagli attivisti per i diritti. Questi movimenti hanno spinto Lula a delimitare 13 nuovi territori indigeni che, dopo aver superato tutti i passaggi normativi, non richiedono altro che l’approvazione presidenziale per essere ufficiali. Ciò segnerebbe un netto cambiamento nella politica rispetto alla precedente amministrazione di Jair Bolsonaro, che non aveva delimitato alcuna terra. Alcuni dei territori in attesa di autorizzazione presidenziale hanno iniziato i loro processi di demarcazione decenni fa. Nel 2005, durante il suo primo mandato da presidente, Lula aveva autorizzato la demarcazione di Raposa Serra do Sol. Diversamente dalle altre riserve dell’Amazzonia brasiliana, questa è per lo più savana tropicale.
Ospita 26.000 persone di cinque diverse etnie. Da quando ha ricevuto il suo status di protezione, è stato teatro di conflitti tra coltivatori di riso e popolazioni indigene e ha subito violenze sporadiche, rendendo il territorio una sorta di caso di studio nelle sfide della protezione della terra che è sempre più sotto pressione dall’esterno. L’incessante spinta di Bolsonaro per legalizzare l’attività mineraria nei territori indigeni ha riacceso le divisioni di lunga data tra le comunità locali di Raposa Serra do Sol sul miglior percorso da seguire per il loro benessere collettivo. Ha visitato un campo di estrazione di oro illegale nello stesso territorio indigeno nell’ottobre 2021 e ha apertamente incoraggiato l’attività, nonostante le critiche dei leader indigeni locali.