Piero Manzoni fu un artista che molti definirono “provocatorio”, in grado di spingere oltre i limiti del possibile la potenzialità dell’arte. La sua vita e il suo lavoro, entrambi intensamente interessanti, risultarono un connubio perfetto tra arte e genialità, dove il suo modo di esplorare l’arte si rivelò, allo stesso tempo, il risultato delle sue idee e dei suoi limiti, dove i confini corporei possono essere visti in molte delle sue serie di opere che si concentrano sul respiro, sul sangue e sulle feci dell’artista.
Tra le sue opere ricordiamo la serie di “Merda d’artista”, prodotta negli anni ’60, che risultò più che rivoluzionaria per il tempo.
Entrando nello specifico, nell’agosto 1961 Piero Manzoni presentò al pubblico le sue “Merda d’artista”, opere composte da 90 scatolette utilizzate per la conservazione e vendita di carne, sigillate, etichettate e firmate dall’Artista come delle vere e proprie opere, soltanto che al suo interno contenevano 30 grammi delle feci di Piero Manzoni, come da lui stesso dichiarato.
La critica reagì in maniera brutale alle provocazioni dell’artista, definendolo un “caccautore” e un volgare e giudicando la sua opera una presa in giro di cattivo gusto, non capendo che l’obiettivo di Manzoni era una geniale provocazione, perché, a detta dell’autore stesso, essere artisti vuol dire saper trasformare in arte tutta la propria vita, le emozioni, i sentimenti e, come in questo caso, anche gli escrementi. Manzoni era un visionario lungimirante avanti anni luce per gli anni ’60, dove lo scandalo, al massimo, consisteva nel dipingere un nudo di donna e non certo nel presentare come opera d’arte degli escrementi.
Un altro pezzo importante, definito la quintessenza della connessione tra le arti visive e la pratica della consapevolezza, è l’opera “Fiato d’Artista”, prodotta sempre negli anni ’60, che consiste in un palloncino rosso, riempito con il respiro dell’artista, legato a un filo e poi attaccato a una tavola di legno con due sigilli riportanti il nome dell’artista punzonato in oro. L’opera è una testimonianza dell’impermanenza di tutto, incluso, il respiro, dove ogni respiro lascia il posto a quello successivo, fino al suo completamento.
La sua arte era quella di un uomo fuori dal comune, palesemente anticonformista nell’atteggiamento e nel fare arte, dove gli oggetti, da lui scelti per creare la sua arte, possono essere definiti a dir poco sbalorditivi e rivoluzionari, non solo per il suo tempo ma anche nel presente.
Piero Manzoni era un genio che aveva previsto i tempi del vuoto postmodernista, in grado di capire l’annullamento di un’immagine e la realtà dell’esistenza e fu così che creò la sua arte, con la sua stessa esistenza: le sue opere sono l’incarnazione del suo viaggio nel regno dell’arte.
Un’arte fuori da una prospettiva comune, in grado di attestare una diversa forma di spiritualità al di là del mondo quotidiano, al di là della portata delle convenzioni del tempo, che non voleva esimersi dal mondo, ma si offriva di contenerlo tracciandone una linea di confine, a volte con il proprio respiro, il proprio sangue e i propri escrementi. Le opere di Piero Manzoni sono il suo sorprendente approccio a sé stessi e all’altro, al mondo e all’aldilà in sé e ci offrono qualcosa di raro e mitico, in grado di sorprendere anche quella parte di società non appassionata di arte.
In conclusione, possiamo ringraziare l’artista, purtroppo scomparso prematuramente, di aver lasciato in eredità la sua arte e genialità, in grado di fare conoscere in tutto il mondo le sue opere, che ancora oggi vengono battute nelle case d’asta, raggiungendo delle cifre che nemm