Il 14 marzo la Commissione europea presenterà la bozza del Critical Raw Materials Act, il documento che mira ad aumentare di almeno del 10% l’estrazione delle materie prime strategiche sul suo territorio e almeno del 40% la sua capacità di raffinare e lavorare le terre rare lungo tutta la catena di valore. Nel documento, ancora soggetto a modifiche, Bruxelles punta inoltre ad aumentare del 15% la capacità della Ue di produrre materie prime strategiche usando il riciclo e l’economia circolare.
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi della tavola periodica (tra cui il lantanio, il cerio e lo scandio) che trovano un’ampia applicazione nei settori della tecnologia avanzata e delle energie rinnovabili. Sono fondamentali, ad esempio, per creare magneti permanenti, fibre ottiche e batterie ricaricabili, cruciali nell’industria delle auto elettriche e ibride, ma anche per costruire le turbine eoliche e i pannelli solari. Costituiscono inoltre un elemento imprescindibile negli schermi di desktop e smartphone e sono insostituibili nella realizzazione di apparecchiature di medicina avanzata (tra gli altri, per le macchine chirurgiche e la risonanza magnetica).
Addizionalmente, sono largamente utilizzate anche nell’industria della difesa, ad esempio per la realizzazione di radar. Per queste ragioni le terre rare sono considerate essenziali per le transizioni ecologica, energetica e digitale. Per i prossimi decenni la banca mondiale prevede infatti un aumento esponenziale nella domanda di tali minerali.