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La violenza degli anarchici e il caso Cospito

mercoledì, 8 Marzo 2023
1 minuto di lettura

Per favore lasciate le nostre piazze, i nostri marciapiedi a noi e ai nostri figli. Nessuno lo ha detto ai manifestanti violenti, ma sarebbe uno slogan bellissimo per una contro-manifestazione.

A Torino non è stata una manifestazione, come le tantissime civili che giustamente hanno luogo in ogni paese democratico in un anno. Gli anarchici di Torino hanno fatto terrorismo, nel senso sociologico del termine, oltre che penale. Il termine infatti deriva da terrore, che scientemente si vuole instillare in gente inerme.

Così convincendoci, anche i meno giustizialisti e più liberali come chi scrive, che Cospito e i suoi abbiano costituito una falange armata (come ricostruito peraltro dalle forze dell’ordine nei sequestri avvenuti antecedentemente alla manifestazione di Torino).Un movimento che, come si studia a scuola, non potrebbe meritare le garanzie costituzionali della libertà di associazione e di manifestazione del pensiero, in quanto alla base della sua esistenza ha posto l’antistato e la violenza. È molto semplice, c’è poco da discutere. Le istituzioni dello Stato devono difendere la maggioranza della popolazione, che evidentemente non desidera limitazioni di libertà da parte di facinorosi  antidemocratici. E dispiace solamente che i poliziotti debbano usare la forza ed esserne anche vittime. Non lo merita nessuno, tantomeno loro. Ancor di più preoccupa il silenzio di una parte della politica, la mancanza di condanne esplicite, il linguaggio poco garbato delle critiche mosse da una parte e dall’altra dell’arco  costituzionale.

Per questo il signor Cospito deve rimanere in prigione e con i regimi restrittivi previsti. Immaginiamo solamente per un attimo cosa accadrebbe se egli fosse in circolazione o comunque libero di dare ordini dal carcere. L’utilizzo del cosiddetto 41 bis, nei termini in cui l’ordinamento democratico e la magistratura nei suoi massimi gradi hanno stabilito, non verrà modificato. Rassegnatevi e perfavore fate i bravi. I nostri figli non vi perdonerebbero. A proposito di figli: ai ragazzi a scuola ricordo che chi fa a botte, appende striscioni violenti, discrimina i compagni, offende i professori, è uguale a questi sopra. Non cerchiamo giustificazioni dei nostri gesti inconsueti negli altri: è vigliaccheria.

Ranieri Razzante*

Dottore commercialista e Revisore dei conti, Avvocato in Roma.
Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa.
Docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” nell’Università di Bologna (sede di Forlì), e di “Diritto dell’Economia” presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
Docente titolare altresì di “Legislazione antiriciclaggio e antiterrorismo” presso gli Istituti di Istruzione delle Forze dell’ Ordine.
È stato Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Fondatore e Presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio (AIRA). Dirige il “Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo” (CRST) in Roma.
Opinionista TgCom 24 e Rai su tematiche legate alla Sicurezza e alla Geopolitica.
Direttore delle riviste “Diritto penale della globalizzazione” e “Antiriciclaggio & Compliance”.

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