MILANO (ITALPRESS) – "Avevamo allertato il ministro Speranza che era venuto a trovarci, gli avevamo mostrato i dati che loro avevano ricevuto prima di noi, e dai quali si poteva ravvisare una qualche preoccupazione. Il ministro Speranza se ne rese conto, e disse 'Adesso torno e convincerò a chiudere tutta la zona. Io non penso di poter prendere dei provvedimenti in contrasto con il governo e in contrasto con l'Istituto Superiore della Sanità, perché dietro al ministro c'era l'Iss". Lo ha detto Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia, intervenendo a'Radio anch'Io', in merito all'inchiesta condotta dalla procura di Bergamo sulla gestione dell'emergenza Covid, che ipotizza il reato di epidemia colposa, nella quale, stando a una fuga di notizie di ieri sera sarebbe indagato lo stesso governatore. "E poi se io avessi anche emesso l'ordinanza, con chi l'avrei fatta eseguire? Io non ho a disposizione né l'esercito, né i Carabinieri, né la Guardia di Finanza", ha aggiunto Fontana. "La stessa ministra Lamorgese aveva emesso un provvedimento, una direttiva, dicendo 'Guai a voi se volete sovrapporvi con iniziative sulle cosiddette chiusure, sulle zone rosse, questa è una competenza esclusiva dello Stato'. E in quei giorni il ministro Boccia mi disse una frase famosa: 'è lo Stato che comanda'. Io non potevo fare altro". "Non ho visto le carte, è vergognoso che una persona che è stata sentita all'inizio dell'indagine come persona a conoscenza dei fatti, perché io ero stato sentito come testimone, scopra dai giornali di essere 'trasformato' in indagato. E' una vergogna sulla quale mi chiedo se qualche magistrato di questo Paese ritenga di fare qualche indagine o meno, ma credo che non succederà niente. E' una vergogna che dovrebbe essere valutata in questo Paese" lamenta Fontana. – foto: xb5/Italpress (ITALPRESS). xb5/pc/red 02-Mar-23 09:58