domenica, 17 Novembre, 2024
Esteri

Misteriosi avvelenamenti nelle scuole iraniane e rimbalzo di responsabilità

In Iran ogni vicenda ha il suo martire, le sue verità nascoste, la sua manipolazione e, ultimo ma non meno importante, i suoi genitori costretti ad ingoiare lacrime e parole per poter seppellire i figli: questa volta è toccato a Fatemeh Rezaei, 11 anni, morta a seguito di sintomi da avvelenamento. Sono colpite per lo più ragazzine, ma non solo, anche studenti e professori hanno subito gli esiti dello strano odore di arancia e menta: nausea, vomito, svenimento, mal di cuore. Il quadro da avvelenamento è chiaro, ma l’apparato giudiziario non approfondisce e si muove lentamente…strano per loro che sanno fare processi di 5 minuti e “muoversi senza nessun indugio”, come da espresso ordine di governo, per le impiccagioni. Fin da novembre si sono registrati oltre 200 casi di avvelenamento tra studenti al pronto soccorso, soprattutto a Qom, ma il fenomeno è stato registrato in più di 30 scuole e il viceministro della salute ieri ammette un’intenzionalità, ma chiaramente non di governo, cercando altrove i responsabili. Tra tanta nebbia è profilabile ogni ipotesi, anche una strategia della tensione, come si è già visto con gli attentati in moschea, perché è verosimile attribuire la responsabilità a gruppi terroristici, ma non è forse terrorista verso i suoi figli anche il regime? Non sta il regime reprimendo nel più brutale dei modi i suoi studenti? Solo una cosa è certa: sono troppi i fronti da cui questi ragazzi devono guardarsi le spalle e Fatemeh non è morta di freddo. Di seguito riassumo l’ultimo capitolo dell’orrore: In seguito alla morte di una studentessa a Qom e alla notizia che era collegata a un misterioso avvelenamento da cometa, l’agenzia di stampa della Repubblica islamica ha pubblicato un’intervista con il padre della ragazza e ha affermato che la sua morte non era correlata all’avvelenamento. Dichiarazioni che alcuni hanno considerato, comprensibilmente, come reminiscenze di colloqui forzati con le famiglie delle vittime delle proteste. In un’intervista con IRNA, l’agenzia di stampa filogovernativa, pubblicata ieri, Abolqasem Rezaei, il padre di Fatemeh Rezaei, afferma che sua figlia non ha frequentato la scuola tre settimane prima della sua morte e ha avuto un’infezione una settimana fa. L’agenzia di stampa della Repubblica islamica dell’Iran ha attribuito la morte di questa studentessa di 11 anni ai recenti avvelenamenti nelle scuole a “reti anti-rivoluzionarie” – un titolo usato dal governo iraniano per descrivere i media non filogovernativi.

Secondo alcuni rapporti, il procuratore di Qom ha minacciato la famiglia di Fatemeh Rezaei perché restasse in silenzio, e non fornisse informazioni, dicendo loro che avrebbero dovuto seppellire il corpo della loro bambina in silenzio. Tuttavia, il giornalista, Hadih Kimiaei, ha scritto in un tweet, citando una fonte informata, che “la morte di questo studente è avvenuta senza alcuna storia di malattia”, tuttavia, le autorità “hanno intenzione di archiviare un caso medico” affermando che “la sua malattia era vecchia e probabilmente avrebbero dovuto annunciare la data della malattia molto prima”. Yunus Panahi, viceministro della ricerca e della tecnologia del ministro della salute, delle cure e dell’educazione medica del paese, ha anche affermato “Dopo diversi avvelenamenti di studenti nelle scuole di Qom, è diventato chiaro che” la gente voleva tutte le scuole, in particolare le scuole femminili, chiuse’.

Alcuni studenti testimoniano di aver visto un oggetto che è stato gettato nella scuola dall’esterno, e in un’altra scuola è esplosa qualcosa come una bomba e ne è uscito del fumo con odore di menta fuori di esso.” È stato subito dopo che hanno cominciato a sentirsi progressivamente male.

Gli avvelenamenti seriali, che alcune autorità della Repubblica islamica ammettono come intenzionali, sono iniziati il 9 dicembre in un conservatorio femminile a Qom e sono continuati fino ad ora in diverse città. Domenica, Mohammad Taqi Fazel Meybodi, membro dell’Assemblea dei ricercatori e dei docenti del seminario, per la prima volta ha fatto sentire la voce dei religiosi e in un’intervistaa Sharq TV ha detto: “Millennialisti”, che è un tipo di pensiero vicino ai talebani, che realizzano queste azioni, perché credono che le ragazze dovrebbero studiare fino alla terza elementare della scuola elementare. Secondo lui, una “corrente religiosa e antimodernista” chiamata “millennialista” è responsabile di avvelenamenti seriali nelle scuole. Questo religioso ha spiegato: Quel sociologo è giunto alla conclusione che “i millennialisti stanno facendo queste azioni. Questi avvelenamenti non sono accidentali. Questo movimento è simile ai talebani, anche se i talebani non permettono alle ragazze di andare all’università, ma questo gruppo dice che la ragazza dovrebbe studiare fino alla terza elementare. Fazel Meybodi ha sottolineato: “Sono sorpreso perché il governo e le istituzioni di sicurezza non seguano questa tendenza e chiariscano la questione alla gente”. Anche noi siamo sorpresi, ma lo siamo altrettanto per il silenzio dei religiosi fino ad oggi e questa alzata di scudi, se giusta, meriterebbe che si replicasse per tutte le immonde atrocità che il governo iraniano sta facendo contro i suoi figli.

Millennialismo e Corano. Alcuni musulmani pensano che il quinto versetto della Surah Sajdah del Corano riguardi il millenarismo, che dice: “Egli organizza il lavoro dal cielo alla terra. Poi in un giorno il cui importo è di mille anni, come conti, salirà a lui. Secondo alcuni commentatori, questo versetto è legato al Giorno della Resurrezione. Secondo loro, il “millennialismo” è “la fede nell’imminente fine dell’attuale sistema mondiale e l’emergere di un governo per amore della bontà, dell’armonia e della giustizia nel mondo” e la loro caratteristica più importante è “l’insoddisfazione per la situazione esistente e poi la credenza nel verificarsi di un periodo nel mondo in cui la giustizia, la pace e la prosperità prevarranno in esso “. Si dice che il “millennialismo” sia un’ondata di superstizione che esiste in diverse religioni. Sabato anche l’account Twitter attribuito a Maulvi Abdulhamid Ismailzahi, l’imam del sunnita Juma nella città di Zahedan ha lasciato intendere che si poteva trattare di millennialismo: l’avvelenamento delle studentesse a Qom e Borujerd è un “atto disumano, anti-islamico e ostile all’educazione e all’istruzione dei donne e vendetta per la loro recente rivolta.” Nonostante tali commenti e il perdurare degli avvelenamenti, l’alto funzionario giudiziario della Repubblica islamica ha sottolineato ieri che dalla somma delle indagini e delle azioni compiute in diverse città non si è ottenuto alcun risultato, e si rischia ancora che si ripetano nei prossimi giorni come accaduto fin’ora.

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