lunedì, 18 Novembre, 2024
Agroalimentare

Prandini (Coldiretti). La crisi del clima allarma l’agricoltura. Persi miliardi ed eccellenze

Ciliegi già in fiore e le prime fave pronte per la raccolta. Sono gli effetti segnalati dalla Coldiretti del caldo anomalo e dalla prolungata assenza di precipitazioni. Stravolgimento climatico che manda la natura in tilt con fioriture che arrivano mesi prima dell’appuntamento del primo maggio, mentre nelle campagne dove la siccità perduta sono a rischio le semine primaverili.

Le fioriture anticipate

Sono i risultati del monitoraggio delle Coldiretti sugli effetti del vasto campo di alta pressione destinato a durare per giorni con alte temperature senza precipitazioni. “Le coltivazioni ingannate dal clima sono in anticipo con gli ortaggi in maturazione precoce e le piante da frutto che”, illustra la Coldiretti, “iniziano a fiorire fuori stagione con il rischio che il probabile ritorno del freddo e del gelo distrugga poi i raccolti.
Con il caldo si estende l’allarme siccità dopo un 2022 che ha registrato il 30% di pioggia in meno, l’assenza nel 2023 di precipitazioni significative con una temperatura a gennaio superiore di 0,96 gradi rispetto alla media storica lungo la Penisola, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr”.

Troppo caldo e niente acqua

L’anomalia è più evidente al nord dove lo scorso anno sono cadute il 40% di precipitazioni in meno e la temperatura a gennaio 2023 è risultata di 1,41 gradi superiore alla media. “Alla vigilia delle semine il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti. Lo stato di magra del più grande fiume italiano”, sostiene Coldiretti, “è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 39% del lago di Garda al 39% di quello Maggiore fino ad appena al 21% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico”.

Perdita di colture e miliardi

La situazione per la Confederazione è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti per la siccità. “Quest’anno verranno coltivati quest’anno in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da trenta anni, secondo sulla base delle previsioni di semina. E preoccupano”, continua la Coldiretti, “anche le semine di mais necessario per garantire l’alimentazione del bestiame per la produzione del latte dal quale nascono i grandi formaggi, dopo gli sconvolgimenti che ci sono state sul commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina”.

Crisi idrica, eccellenze colpite

Dal bacino del Po, spiega la Coldiretti, dipende 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale. “Dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ai salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello fino alla frutta e alla verdura la produzione della food valley”, ricorda la Coldiretti, “rappresenta la punta di diamante del Made in Italy alimentare in Italia e nel mondo”.

Urgente realizzare gli invasi

“Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario”, continua Prandini, “anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo”.

L’impegno degli agricoltori

“Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato”, precisa Prandini, “che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare”.

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