Gli operatori nucleari della marina sono considerati i migliori e i più brillanti di tutto l’esercito statunitense. Tuttavia le tensioni e le pressioni derivate dallo sforzo bellico, stanno portando questi elementi a soffrire gravi problemi di salute mentale a partire dall’addestramento. Poco più di una dozzina di loro sono morti per suicidio. Una diagnosi di malattia mentale che potrebbe portare all’espulsione per tutti coloro che vogliono lavorare nei reattori nucleari che alimentano sottomarini e portaerei. Circa 3.000 persone vengono selezionate ogni anno per un rigoroso programma biennale presso il Naval Nuclear Power Training Command, dove imparano il funzionamento dei reattori nucleari che alimentano sottomarini e portaerei. Per invogliare le persone a entrare nel programma, la scuola della Carolina del Sud promuove vantaggi di avanzamento di carriera nel mondo civile e navale, promettendo anche bonus monetari offerti dalla Marina. Ma le ricompense a volte hanno un costo. Dal 2018 ad oggi, cinque marinai e istruttori assegnati alla scuola hanno deciso di togliersi la vita, di cui uno nell’ottobre scorso, e, nello stesso lasso di tempo, si sono verificati 24 tentativi di suicidio. Entrambe percentuali superiori alla media nazionale. Megan Johnson, 21 anni, ha dichiarato di aver tentato il suicidio due volte durante i suoi due anni nel programma. In una dichiarazione, il capitano Scott McGinnis, comandante del Naval Nuclear Power Training Command, ha affermato che i funzionari della scuola prendono molto sul serio i casi di suicidio e cercano di trovare una soluzione esaminando ognuno di questi tristi eventi, sottolineando, inoltre, che la natura del lavoro è difficile, ma la sicurezza nazionale del Paese dipende dalle prestazioni delle portaerei e dei sottomarini, anche se nulla è più importante della salute dei marinai.