venerdì, 15 Novembre, 2024
Politica

Aiuti di Stato e migranti, la difficile partita di Meloni

La difficile partita europea del premier Giorgia Meloni si gioca in attacco e su più fronti. Ieri con l’apertura della prima giornata dei lavori del Consiglio europeo straordinario l’Italia ha iniziato la sua opera di convincimento dei partners dell’Unione.

I temi sui quali il presidente del Consiglio chiede convergenze sono due: il riconoscimento sul fronte dei flussi migratori della specificità dell’Italia come penisola. Ossia una Paese marittimo che, anche volendo, non potrebbe in mare sistemare le barriere e punti di ingresso.

Il secondo obiettivo, il più delicato per la tenuta dell’economia italiana e del sostegno alle imprese, e quello di arginare le sovvenzioni e gli aiuti di Stato, l’esempio è il maxi piano che la Germania ha deliberato per le sue attività produttive. Il premier Meloni, chiede invece di istituire un Fondo di sovranità europeo, mirato ai settori più strategici dell’economia Ue.
Ai due temi in agenda, gli aiuti alle industrie e il dossier migrati, c’è un terzo argomento che vede l’Italia fare una richiesta specifica. Quella di avere piena flessibilità nell’uso dei fondi assegnati del Piano nazionale di ripresa. Possibile che l’Italia la spunti e sarebbe per il Governo un passo avanti.

Una trattativa in salita

Ieri pomeriggio – dopo l’intervento in mattinata del presidente ucraino Zelensky – il Consiglio europeo ha ripreso i lavori con un dibattito sul dossier relativo agli aiuti di stato che vede i Paesi Ue su due sponde diverse, l’Italia con i “frugali” e, sull’altra, Francia e Germania. Su questo aspetto e sugli obiettivi del premier Giorgia Meloni si è discusso molto nella fase di preparazione del Consiglio straordinario. Sull’argomento si è espresso il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, spiegando che l’Italia chiede un fondo sovrano già prima dell’estate. Secondo gli osservatori, tuttavia, una richiesta del genere non sarà facile da portare a termine.

L’ipotesi di nuovo debito comune non piace a tutti in particolare alla Francia e sarebbe estenuante e improduttivo convincere i partners. Così invece di insistere su una scelta che potrebbe rivelarsi un vicolo cieco Giorgia Meloni punta su un altro capitolo di interesse nazionale, ossia la richiesta di maggiore flessibilità dei fondi esistenti, quelli del Piano nazionale di ripresa e del RePowerEu. Se all’Italia verrà dato l’ok la contrattazione si spingerà fino alla prossima primavera, e ci sarà tempo per ridefinire alcuni progetti del Pnrr o reindirizzare la spesa.

Aiuti di Stato o Fondo sovrano?

Sugli aiuti di Stato l’Italia è contrapposta alla Germania. Berlino, infatti, ha deliberato per le proprie imprese e famiglie per il superamento della crisi energetica un fondo da 100 miliardi di euro. Risorse che l’Italia non ha per competere con la Germania. Il problema per il premier Meloni rimane l’economia nazionale. Le imprese italiane dovranno competere sui mercati mondiali con quelle tedesche e quelle americane che a loro volta hanno ottenuto dal presidente Biden un fondo di 400 miliardi di dollari.

Impossibile tornare indietro. La richiesta che l’Italia farà è diplomatica, nessun veto ma la necessaria “proporzionalità” degli aiuti di Stato. In questo contesto si parlerà di un Fondo sovrano europeo con risorse finalizzate a finanziare progetti strategici, utili a stimolare la competitività dell’industria al recupero degli squilibri creati dalle distorsioni nei mercati delle materie prime e dell’energia. Il testo finale previsto per oggi sarà frutto di “limature” e aggiustamenti per arrivare fin dive è possibile ad un accordo e ad un documento comune.

Migranti la “specificità” italiana

Sul capitolo migranti la posizione dell’Italia non è in sintonia con altre richieste definite “pro muri”, ossia barriere fisiche lungo i territori nazionali per un maggiore controllo dei confini. Le richieste a favore dei muri arrivano dall’Ungheria ai Baltici, da Malta alla Grecia. Fino all’Austria che chiede a gran voce la messa in campo misure concrete. Per la realizzazione dei punti di ingresso, “è possibile usare fondi Ue per infrastrutture stabili”, dicono i paesi che chiedono la costruzione di punti di ingresso. L’Italia si trova invece a non potere di certo mettere muri sul mare o prevedere blocchi di ingresso. Il premier oggi sottolineerà la “specificità” delle frontiere marittime chiedendo che sia non solo accolta questa diversità, ma serviranno fondi e accordi Europei nel Mediterraneo per limitare i flussi.

Balneari, tegola dalla Ue

La notizia è arrivata ieri sera dall’Ansa che ha raccolto una dichiarazione della portavoce della Commissione Ue dopo il via libera della commissione Bilancio e affari costituzionali del Senato alla proroga di un anno delle concessioni balneari.

“Cogliamo l’occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali” sui servizi “assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale” e “proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche”. A Bruxelles, inoltre, si ricorda come una procedura d’infrazione contro Roma sia già aperta a causa del mancato rispetto della direttiva Bolkestein e ulteriori rinvii non migliorino la situazione.

Fisco, l’annuncio del premier

Ieri infine la il presidente del Consiglio prima della partenza per Bruxelles ha toccato temi nazionale di particolare interesse. “Occorre rivoluzionare il rapporto tra fisco e contribuente, e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancora che si realizzi”, ha annunciato Giorgia Meloni, in un’intervista al direttore del Sole 24 Ore Tamburini, una “legge delega che toccherà tutti i settori della fiscalità” e che “metterà al centro anche i dipendenti e i pensionati, con misure ad hoc”.

L’impegno, “compatibilmente con le risorse economiche a disposizione”, è di “proseguire nella direzione di tagli consistenti al cuneo fiscale” e di “sostituire il reddito di cittadinanza con misure concrete di contrasto alla povertà” dato che “ha fallito tutti gli obiettivi per i quali era nato”, ha spiegato la presidente del Consiglio. Più in generale la priorità per il 2023 è che sia “l’anno delle grandi riforme che l’Italia aspetta da tempo ma che nessuno ha avuto il coraggio di fare”. Quanto al debito pubblico, “da parte del Governo c’è la massima attenzione al tema, ma una Nazione con un debito pubblico elevato come il nostro non deve perdere di vista la sostenibilità della finanza pubblica”, ha sottolineato Meloni.

“Al momento la situazione finanziaria italiana è sotto controllo: nonostante i tassi d’interesse della Bce in rialzo, lo spread è basso e il debito non è esploso. In ogni caso, noi vogliamo agire al più presto: con il ministro Giorgetti stiamo lavorando per mettere al sicuro il nostro debito da nuovi shock finanziari e attrarre la fiducia dei risparmiatori e degli investitori, anche nel medio periodo. Vogliamo ridurre la dipendenza dai creditori stranieri, aumentando il numero di italiani e residenti in Italia che detengono quote di debito”.

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