domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Il Papa a Bari il 23 febbraio

Papa Francesco sarà a Bari il 23 febbraio alle 10.45 per presiedere la Messa nell’ambito dell’incontro di riflessione  e spiritualità “Mediterraneo frontiera di pace” promosso dalla Conferenza episcopale italiana. L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Si tratta di un summit molto importante che avrà per protagonisti i pastori di tre continenti (Europa, Asia e Africa). A fare gli onori di casa sarà il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo. Come avviene in Vaticano nei Sinodi veri e propri, accanto ai pastori di Europa, Africa e Asia – che rappresenteranno tutti i Paesi affacciati sul grande mare – all’incontro di riflessione e spiritualità ci saranno anche alcuni ospiti.

I lavori saranno scanditi dal confronto fra i vescovi cattolici, ma le ultime due giornate vedranno la presenza di esponenti del mondo ebraico e di quello islamico: dai rabbini ai rappresentanti della Lega Araba. Ci saranno anche rappresentanze delle istituzioni sovrannazionali (Unione Europea e le Nazioni Unite) che i presuli vogliono sollecitare a mobilitarsi per una riconciliazione fra i popoli.

Alle giornate finali, inoltre, interverranno tutti i vescovi italiani. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha infatti stabilito che l’Assemblea autunnale della Cei sarà “sostituita” dall’incontro di Bari.

“Le Chiese mediterranee – ha affermato il porporato in sede di presentazione dell’evento – devono trovare le vie per osare la pace e fondarla sul diritto, sulla giustizia sociale, sulla riconciliazione e sulla salvaguardia del Creato”.

Del resto, fra i Paesi del Mediterraneo le contraddizioni emergono con forza: “Da qui passa la frontiera fra il mondo dell’opulenza e quello della miseria – ha sottolineato il cardinale – inoltre la regione è scenario di guerre viste come falsa soluzione di alcune controversie non solo geopolitiche, ma anche commerciali”. Ecco perché viene considerato indispensabile il fatto che i vescovi assumano “la responsabilità di uno sguardo profetico”.

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