I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati dall’inizio della pandemia all’Inail sono 315.055 (+3,2% rispetto al monitoraggio di fine ottobre), pari a oltre un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute dal gennaio 2020 e all’1,2% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità alla stessa data. Il 2022, con 117.154 infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto, pesa al momento per il 37,2% sul totale.
Il 2020, con 149.025 casi, raccoglie il 47,3%, mentre il restante 15,5% (48.876 denunce) è concentrato nel 2021. A fare il punto della situazione sui contagi lavoro-correlati da nuovo Coronavirus è il trentunesimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato insieme alle schede regionali aggiornate, che conferma che gli 891 casi mortali denunciati sono concentrati quasi esclusivamente nei primi due anni della pandemia. Il 2020, infatti, raccoglie il 65,9% del totale (587 decessi), il 2021 il 33% (294) e il 2022 il restante 1,1% (10), salvo consolidamenti che saranno rilevabili nei successivi monitoraggi.
Se a morire sono soprattutto gli uomini (82,7%), prendendo in considerazione tutte le infezioni denunciate il rapporto tra i generi si inverte. La quota delle lavoratrici sul totale dei contagi, infatti, è pari al 68,4%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con l’unica eccezione della Campania, dove l’incidenza delle donne è del 49,3%. L’età media dei lavoratori contagiati è di 46 anni per entrambi i sessi, con la fascia d’età 50-64 anni al primo posto con il 42,0% delle denunce, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,0%), under 35 anni (19,9%) e over 64 anni (2,1%).
L’analisi territoriale evidenzia che il 40,6% dei contagi denunciati è concentrato nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,5%), seguito dal Nord-Est con il 21,5% (Veneto 10,7%), dal Centro con il 16,8% (Lazio 8,4%), dal Sud con il 14,9% (Campania 7,6%) e dalle Isole con il 6,2% (Sicilia 4,5%). Le province più colpite da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,5%), Torino (6,7%), Roma (6,6%), Napoli (4,6%), Genova (3,2%), Brescia (3,1%), Venezia (2,2%), Verona e Treviso (2,1% ciascuna), Vicenza e Monza e Brianza (2,0% ciascuna), Firenze e Varese (1,9% ciascuna) e Bologna (1,8%).